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CI sono solo due Comuni calabresi tra i 128 promossi dal Governo con il decreto Sblocca Italia. In ballo c’è una torta da 200 milioni di opere pubbliche. I progetti prescelti sono stati ritenuti finanziabili e gli amministratori locali saranno autorizzati a sforare la tagliola del patto di stabilità inserendo in bilancio le cifre necessarie per i lavori. In Calabria, però, arriveranno in tutto solo . E andranno ai Comuni di Paterno Calabronel Cosentino e di Lamezia Terme.

LE OPERE AMMESSE AL FINANZIAMENTO – Palazzo Chigi, con il testo approvato nella serata del 31 ottobre, ha infatti autorizzato a procedere con la realizzazione di una nuova rete viaria comunale per Paterno Calabro (per un importo di 470mila euro) e il progetto di trasformazione e rivalorizzazione urbana del quartiere lametino di Savutano (dal valore di trentamila euro).

Le domande ammesse provengono complessivamente da 61 province di quasi tutte le regioni italiane. La parte più ampia va a Lombardia, con 76 progetti ammessi, e Piemonte con 38. Ci sono anche singoli Comuni che hanno ottenuto il via libera per diversi progetti.

L’INIZIATIVA PER RIAPRIRE I CANTIERI FERMI – Il decreto è l’atto conclusivo della procedura avviata lo scorso 2 giugno dal premier Renzi con la lettera in cui invitava i sindaci “a segnalare al governo una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare nel loro comune”. Un’iniziativa che il presidente del Consiglio aveva promosso anche in Calabria, durante il suo viaggio a Praja a Mare, spronando gli amministratori locali che lo hanno incontrato. Alla Presidenza sono giunte, dal 2 al 16 giugno – termine ultimo indicato nella lettera – 1.467 richieste da tutta Italia. Tra queste, 333 riguardavano lo sblocco del patto di stabilità interno.

SONO RIMASTI SOLDI NON ASSEGNATI – Tre i criteri che hanno guidato la selezione: le opere alle quali si riferiscono i pagamenti dovevano essere state preventivamente previste nel Piano Triennale delle opere pubbliche (o dovevano essere d’importo inferiore a centomila euro e quindi esenti dall’obbligo d’inserimento nel Piano); i pagamenti dovevano riguardare opere realizzate, in corso di realizzazione o per le quali fosse possibile l’immediato avvio dei lavori da parte dell’ente locale richiedente; i pagamenti per i quali viene richiesta l’esclusione del patto di stabilità devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2014.

In seguito all’istruttoria sono state dichiarate inammissibili 64 domande. Tutte le altre sono state invece accolte per l’intero importo, poiché l’ammontare complessivo, pari a è risultato inferiore ai 250 milioni stanziati col decreto. 

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