ROMA – A lanciare l’allarme a livello nazionale è Confartigianato che attraverso uno studio ha dimostrato ciò che comunque era già percepito da tempo: Le piccole e medie imprese italiane subiscono una costate stretta del credito tanto che in molti casi la capacità di ottenerne dagli istituti finanziari e quasi a zero. La diminuzione – rileva Confartigianato – ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti e la situazione peggiore riguarda il Molise, dove, tra settembre 2012 e settembre 2013, lo stock di prestiti alle imprese è calato del 9,2%. Dopo il Molise c’è la Campania (-8,3%) e la Sicilia (-8,1%). Al quinto posto di questa speciale classifica con una riduzione del 7.5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso c’è la Calabria che però fa segnare un record sotto un secondo aspetto.
Ma il vero danno sta nella corresponsione degli interessi ossia nel costo che il credito ha per una azienda. In questo caso, come accennavamo, è la Calabria ad evidenziare la situazione peggiore con le piccole e medie imprese della regione dei Bronzi costrette a pagare i tassi di interesse maggiori rispetto al resto d’Italia raggiungendo picchi del 10,60%. Un vero e proprio argine allo sviluppo del territorio che contribuisce ad impedire alle aziende calabresi, costrette a pagare molto pur ottenendo prestiti con grandi difficoltà, l’uscita dalla crisi. Seguono la Campania con il 10,14% e l’Umbria con il 10%. La classifica provinciale del costo del denaro vede maglia nera la provincia di Crotone dove i tassi di interesse si attestano all’8,37%. Seguono Vibo Valentia (7,85%) e Catanzaro (7,73%). I tassi più bassi si registrano invece a Bolzano (3,77%), Udine (4,05%) e Cuneo (4,21%). In pratica a Crotone il denaro costa più del doppio rispetto a Bolzano con una differenza di ben 460 punti base (4.6%).
A far registrare, invece, il costo del denaro più basso sono la Provincia Autonoma di Bolzano (6,11%), la Provincia Autonoma di Trento (6,64%) e l’Emilia Romagna (7,89%).