Vibo Valentia, 27 giu. – Pene complessive per 57 anni di carcere, quasi 20mila euro di multa, sono state chieste dal pm della Dda, Simona Rossi, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia al termine della requisitoria del processo nato dall’operazione antimafia “Minosse 2”. Dieci, quindi, le richieste di condanne e due le richieste di assoluzione per un’inchiesta condotta interamente dalla stazione dei carabinieri di Vibo guidata dal luogotenente Nazzareno Lopreiato. Otto anni a testa per estorsione sono stati chiesti per il boss Pantaleone Mancuso, 66 anni, di Limbadi, per il figlio Giuseppe Mancuso di 35 anni, e per Agostino Papaianni, 62 anni, di Joppolo, in provincia di Vibo Valentia. (AGI)
(AGI) – Vibo Valentia, 27 giu. – Nove anni e 4mila euro di multa la richiesta per Gaetano Comito, 47 anni, di Vibo Valentia, mentre 3 anni e 900 euro ciascuno sono stati chiesti, per reati legati alle armi, per Salvatore Cuturello, 43 anni, Domenico Mancuso, 33 anni, detto “The Red”, Mariano Mancuso, 32 anni, Salvatore Mancuso, 42 anni, tutti di Limbadi. Cinque anni e mille euro di multa la richiesta per Francesco Mancuso, 56 anni, detto “Tabacco”, di Limbadi, mentre 7 anni è la richiesta avanzata per l’ex maresciallo Maurizio Giliotta, 53 anni, di Catania, all’epoca dei fatti in servizio al comando provinciale dei carabinieri di Vibo, accusato di corruzione e di aver favorito il clan Mancuso. L’assoluzione è stata invece chiesta per Giuseppe Corsaro, 35 anni, e Michele Torre, 35 anni, di Limbadi, accusati di reati concernenti la detenzione di armi. Il pm ha infine chiesto al Tribunale la trasmissione alla Procura delle dichiarazioni rese in aula dagli imprenditori di Ricadi Antonio ed Onofrio Loiacono – titolari del villaggio “Stromboli” che sarebbe stato sottoposto ad estorsione (400 milioni di lire all’anno) da parte di Agostino Papaianni, Pantaleone e Giuseppe Mancuso, per l’imprenditore di Vibo Marina – dall’imprenditore di Vibo Marina Salvatore Caliò, e da Salvatore Barbaro di Limbadi. Nei confronti degli imprenditori il pm intende procedere per il reato di falsa testimonianza.
VIBO VALENTIA – Tredici operai dello stabilimento Italcementi di Vibo Valentia stanno protestando su uno dei silos ad una altezza di novanta metri dopo un incontro svoltosi nella Prefettura di Vibo Valentia durante il quale l’azienda ha ribadito la volontà di chiudere lo stabilimento. Durante la riunione si è appreso anche che la Regione Calabria non potrà riconvertire lo stabilimento per utilizzarlo nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti.
I tredici lavoratori, tra cui anche il rappresentante dello Slai-Cobas, Giovanni Patania, hanno quindi deciso di attuare la protesta sulla torre dello stabilimento. La protesta, secondo quanto si è appreso, proseguirà ad oltranza. Il cementificio di Vibo Valentia è chiuso da oltre un anno e gli 80 dipendenti sono in cassa integrazione.