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UNA boccata d’ossigeno immediata che potrebbe valere sui 7 miliardi; quindi l’autorizzazione e la predisposizione del piano per la restituzione fino a completare il primo stock di 40 miliardi in circa 12 mesi; infine il censimento dell’ammontare dei debiti per programmare con la legge di stabilità le modalità e le ulteriori tranche di restituzione.
Dopo l’ok dato oggi dal Consiglio dei Ministri, come spiegato dal premier Mario Monti e dal ministro Corrado Passera, il decreto che sblocca i debiti della Pa arriva al Quirinale per l’emanazione. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per lunedì e rende immediatamente eseguibili i pagamenti da parte degli enti locali, utilizzando la metà delle disponibilità di cassa. A quanto ammontano? Il Tesoro le stima in 14 miliardi.
LE SCADENZE – Il 30 aprile è la data entro la quale Comuni e Province chiedono l’autorizzazione per i pagamenti sulle somme disponibili. Comuni, Province, Regioni e Usl potranno invece chiedere l’accesso al Fondo (di 26 mld) al ministero dell’Economia. Ovviamente va consegnato un elenco dei debito al Tesoro che risponderà entro il 15 maggio.
Di fatto, rispetto alle richieste che arriveranno (di certo superiori ai 40 miliardi) ci sarà una ripartizione. Si attivà così anche le linee di credito (trentennali ai tassi attuali del Btp a 5 anni) con la Cassa Depositi e Prestiti. Entro il 31 maggio gli enti territoriali, oramai a conoscenza degli importi di cui dispongono, dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti. Così, con trasparenza, potranno valutare quando e come riceveranno gli importi. Per il 15 settembre dovrà essere completato il censimento dei debiti delle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni dovranno verificare tutti i crediti scaduti al 31 dicembre 2012. Anche le Banche dovranno verificare l’ammontare dei crediti che sono stati loro ceduti con la precedente procedura di rimborso. Solo così si potranno valutare le ulteriori tranche di rimborso E dopo il check up dei debiti il governo, con la prossima legge di stabilità, stabilirà le modalità di rimborso delle tranche successive, anche attraverso l’emissione di specifici titoli di Stato. I rimborsi diventano così effettivi. Ovviamente questi pagamenti scattano dal 2014.
I CONTI IN CALABRIA – Secondo l’Ance, in Calabria il credito che solo le imprese edili vantano nei confronti della pubblica amministrazione ammonta a circa 55 milioni di euro. È quanto emerge dalle rilevazioni condotte nel 2012 su 87 imprese calabresi associate sul territorio. Secondo l’associazione dei costruttori «il settore delle costruzioni è senza dubbio quello che paga il prezzo più alto ai ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Un fenomeno che determina una situazione di estrema sofferenza per le imprese e che estende i suoi effetti negativi su tutta la filiera dell’edilizia, creando i presupposti per l’insolvenza di migliaia di imprese». Secondo le elaborazioni di Ance Calabria, nella regione i tempi medi di pagamento da parte della Pa superano i 12 mesi, con punte anche di 36. L’associazione dei costruttori sottolinea, inoltre, che in Calabria «sono circa 68,6 i milioni di euro di spesi in conto capitale degli Enti locali bloccate dal Patto di Stabilità. Per questo motivo, sarebbe necessario ed importante modificare i parametri del Patto per consentire la ripresa degli investimenti nella regione».
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