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POTENZA – Potrebbe esserci una fonte importante di petrolio o gas celata nelle acque dello Jonio. Proprio per questo la Shell comincerà nei prossimi mesi un’indagine geofisica – che durerà sei settimane – in due aree del mare Jonio, ad una profondità tra 150 e 1.600 metri, in una zona a largo delle coste della Calabria. Obiettivo finale è appunto la ricerca di un eventuale giacimento di petrolio o gas. La notizia della ricerca si è appresa a Potenza ieri. Al termine dei due mesi le amministrazioni comunali interessate – soprattutto calabresi, ma anche lucane e pugliesi, nel raggio di attività del programma – dovranno rendere noto il loro parere. 
L’indagine geofisica studierà i terreni e le rocce del fondale marino per acquisire informazioni sulle loro caratteristiche geologiche, natura, struttura ed estensione. 
La ricerca sarà effettuata da una nave che percorrerà l’area trainando una sorgente di impulsi: alcuni idrofoni registreranno i dati che poi saranno convertiti in «segnali in grado di identificare il profilo del sottosuolo». I dati verranno analizzati successivamente dagli esperti della Shell, nei laboratori della compagnia.   
Shell ha precisato che l’attività di raccolta dei dati non avrà conseguenze per le specie ittiche (il periodo della riproduzione è in prevalenza in primavera, mentre l’indagine geofisica avverrà in autunno-inverno), per la tartaruga “caretta caretta”, che si riproduce lungo le coste calabresi e lucane, e per la posidonia oceanica (una pianta frequente nel Mediterraneo). Inoltre, nella zona teatro della ricerca non vi sono aree vincolate. 
A bordo della nave operatrice sarà effettuato un “monitoraggio visivo” per avvistare cetacei e mammiferi marini: se saranno avvistati tali esemplari le attività saranno temporaneamente interrotte e un rapporto sarà comunque disponibile per il ministero dell’ambiente. Infine, la compagnia avvierà contatti con i pescatori della zona «per limitare le interferenze» con la loro attività.

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