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DECINE di paesi calabresi sono isolati, ma stavolta non c’entra il maltempo e nemmeno il terremoto. E’ una questione di gasolio e di deficit. Il gasolio è quello che manca per far circolare i pullman che assicurano il servizio pubblico affidato a Ferrovie della Calabria. E il deficit è quello della società pubblica, ormai arrivata a una situazione di stallo.

A Cosenza,lunedì mattina l’autostazione centrale è stata bloccata stamane dai lavoratori di Ferrovie della Calabria: hanno parcheggiato gli autobus bloccando la circolazione stradale. 

Ma da giorni, ormai, le autolinee con il logo Fdc sono ferme in tutta la regione. La crisi aziendale è diventata insostenibile, tanto che non ci sono più soldi per pagare carburante e stipendi. I dipendenti aspettano 3 mensilità più competenze arretrate e rimborsi Irpef e, denunciano, non hanno più nemmeno i soldi per recarsi sul luogo di lavoro. Ma anche quando ci arrivano, trovano i bus a secco e quindi non si può partire. Nei giorni scorsi la Regione si è impegnata a sbloccare le risorse almeno per pagare il gasolio, ma al momento tutto continua a tacere. Il personale di Ferrovie della Calabria ha deciso allora di riunirsi in assemblea permanente e per lunedì 5, è stato convocato un tavolo politico a cui parteciperanno il presidente della Regione, gli assessori competenti e le organizzazioni sindacali confederali regionali che, in una nota, chiedono «scusa all’utenza per i disagi procurati».

 

Sono decine i centri urbani che in questi giorni sono scoperti dal servizio pubblico di trasporto. Ferrovie della Calabria assicura infatti le corse con i propri bus su 92 linee extraurbane, oltre ai servizi urbani di Vibo Valentia, Gioia Tauro, Soverato e Castrovillari. I pullman che ora sono fermi nei depositi, circolavano ogni giorno collegando paesi del Cosentino e del Catanzarese, della provincia di Crotone, della piana di Gioia Tauro e della Locride. 

E fin quando arriveranno i soldi per il carburante, in tutte queste zone ci si potrà spostare solo con i mezzi privati. Gli altri, quelli che usavano il trasporto bubblico, rimarranno a piedi.

 

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