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I RISULTATI di questa estate vacanziera in termini di numeri continuano a non mettere d’accordo praticamente nessuno. Adesso a dare la propria versione dei fatti e i propri numeri sono Anas e Autostrade per l’Italia che si preoccupano di smentire il dato che vorrebbe il 2012 come una stagione nera per il turismo con un crollo degli italiani in vacanza. Per le società che monitorano la rete autostradale nazionale il calo è stato in linea con i dati dei primi sei mesi dell’anno quindi in linea con le previsioni. Ma quello che in relatà sarebbe cambiato sono le abitudini vacanziere fortemente influenzate dalla crisi. In sostanza, per le ferie si è scelto il pendolarismo. «Nessun crollo del 30%, come affermato già a luglio da molti operatori turistici», ha assicurato l’amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci: il calo del traffico è stato appena del 5,9%» mentre era stato «di circa il 7,5% fino a luglio» e «questo permette di confutare messaggi allarmistici circa il crollo della mobilità degli italiani per le vacanze. Continuano a spostarsi anche per vacanze più brevi». 

In realtà a guardare bene i dati si sta parlando di due cose profondamente diverse. Perché se è vero che il numero di italiani sceso in strada è diminuito in misura sostanzialmente accettabile vista la crisi è anche vero che cambiando il modello di vacanza cambia anche la permanenza presso strutture alberghiere che di conseguenza subiscono maggiormente il cambio di abitudini. Diciamo che se è vero che gli italiani viaggiano più o meno allo stesso modo del passato è anche vero che non si fermano più negli alberghi preferendo magari spostamenti brevi e veloci a vacanze lunghe e inevitabilmente più dispendiose.

Tornando ai dati Anas, i 45 giorni “caldi”, per i quali era stato predisposto il piano dell’esodo estivo 2012 assieme a forze dell’ordine, protezione civile ed enti locali, «sono stati caratterizzati – afferma il presidente dell’Anas Pietro Ciucci – da una forte pendolarità, con brevi vacanze e con una riduzione della permanenza media fuori casa». Così, «c’è stato più traffico, in controtendenza rispetto alla rete a pedaggio». Sotto questo punto di vista, però, «il dato positivo è che ci sono stati minori disagi e maggiore sicurezza con un calo degli incidenti dell’8% con 375 episodi. Anche sulla strada che storicamente è l’incubo dei viaggiatori, la Salerno-Reggio Calabria, il traffico – dice l’Anas – non ha subito mai interruzioni o deviazioni, ed è la prima volta in dieci anni. Su questa arteria, si è registrato un forte incremento di traffico, +5% rispetto al 2011, con oltre 2 milioni di transiti verso Sud e con due giornate record, quelle di sabato 4 e 11 agosto, che hanno registrato quasi 80 mila passaggi nell’arco delle 24 ore. Per percorrere i 443 chilometri da Salerno e Villa San Giovanni anche nei giorni di bollino rosso il tempo medio di percorrenza è stato di 4 ore e 35 minuti, 25 in meno rispetto all’anno scorso. Da parte dell’Anas c’è l’impegno a concludere i lavori, come annunciato dal governo, entro il prossimo anno. Ma, ha avvertito Ciucci, «non abbiamo il risultato in tasca: dipende da noi, ma anche dalle imprese e dalla situazione finanziaria». A questo proposito il viceministro per le Infrastrutture, Mario Ciaccia, ha detto che il governo manterrà gli impegni «non solo sulla Salerno-Reggio Calabria, ma anche sulle altre infrastrutture che servono per colmare il gap». «Tra l’altro – ha ricordato – ci siamo impegnati a mantenere la quota sacrale di 300 milioni annui per la manutenzione ordinaria. Per poter pianificare gli interventi, altrimenti andiamo avanti con le pezze». 

 

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