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CROTONE – «La crisi generale e particolare della nostra provincia, ma riteniamo che le condizioni finanziarie nel resto della Regione siano simili, sta minando profondamente tutto il tessuto economico della piccola impresa con conseguenze inimmaginabili anche nell’ambito del lavoro dipendente». A lanciare il grido d’allarme è Confartigianato Crotone che con una nota dettagliata spiega come «il calo vorticoso dei consumi, la perdita quotidiana di competitività dovuta ai ritardi nei pagamenti, all’aumento dei tributi locali, alla stretta creditizia, alla questione sicurezza, alla mancanza di collegamenti e alla non efficacia delle misure in aiuto delle aziende adottate dalla Regione Calabria, stanno mettendo a repentaglio l’esistenza stessa delle imprese che rischiano di chiudere i battenti da qui a poco se non si interviene in modo semplice, mirato ed efficace». 

Salvatore Lucà, responsabile dell’organizzazione degli artigiani crotonese, denuncia, poi, come «oltre il 50% delle imprese è moroso addirittura con la stessa Inps, malgrado il pressing continuo di Equitalia» e tutto ciò «la dice lunga sulla gravità di una difficile situazione generale che causerà prossimamente la perdita di migliaia posti di lavoro sia dipendente che indipendente. Non immaginavamo che la situazione potesse precipitare così tanto, sta collassando tutto il nostro tessuto produttivo. Il mondo del lavoro autonomo, purtroppo, è relegato all’angolo e considerato marginale un po’ da parte di tutto il mondo politico-istituzionale che è preso dai propri problemi ma è evidente – prosegue Lucà – che se dovessero chiudere questa miriade di piccole aziende rischia di sfaldarsi tutto un sistema sociale già molto debole. Vuoi o non vuoi negli anni il mondo del lavoro autonomo comunque ha retto producendo anche tantissimi posti di lavoro dipendente». A questo punto Confartigianato si attende «da parte degli Enti locali segnali di attenzione che riguardano la diminuizione dell’Imu per le aziende e se possibile dei fondi di garanzia per facilitare l’accesso al credito, la Regione da parte sua deve rivedere la propria politica a sostegno dell’artigianato, del commercio e del terziario con politiche consone alle nostre imprese, tipo la 949 (cosiddetta legge artigiancassa), un eventuale credito di imposta sugli investimenti e l’occupazione, cioè misure semplici, efficaci che manterranno lontano tutti quei “prenditori” che non producono né ricchezza né occupazione, ma saranno veramente utili a chi produce e lavora». In conclusione, comunque, Lucà ammette che «ad onor del vero, malgrado gli sforzi pur effettuati, le misure già adottate non sono state molto efficaci se oggi dobbiamo, nostro malgrado, registrare questo stato pre comatoso. Auspichiamo che tutto il mondo politico istituzionale prenda iniziative efficaci  per invertire un trend  non più sopportabile».

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