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GIOIA TAURO (RC) – Confindustria Reggio Calabria «guarda con attenzione all’ipotesi di una Zona economica speciale nell’area del porto di Gioia Tauro. Dieci anni dopo la Zona franca, i cui risultati non sono stati all’altezza delle aspettative, – si legge in una nota – è indispensabile ripensare il sistema degli incentivi per stimolare la creazione, nell’area retro-portuale, di un reale e organico tessuto produttivo». La possibilità di ottenere la completa esenzione fiscale, che si profila attraverso la Zes, si fa riolevare, «può rappresentare uno strumento in grado di attrarre investimenti in questa parte del territorio calabrese, che ancora oggi, nonostante la gravissima crisi in atto, costituisce la principale speranza per il futuro della nostra regione». Gioia Tauro, sostiene Confindustria, «pur a fronte di evidenti difficoltà, resta uno dei principali hub del transhipment nel Mediterraneo. La Zes potrebbe essere uno strumento utile a colmare il gap competitivo dell’area, complessivamente considerata, rispetto alle omologhe realtà del Nord Africa. In Egitto e in Tunisia, infatti, – è scritto nella nota – il costo del lavoro risulta essere sensibilmente più basso che in Italia, per le profonde differenze che esistono tra il sistema normativo di questi Stati e il nostro Paese». Apprezzando l’impegno della Regione a realizzare la Zes, Confindustria ritiene tuttavia «che tale misura, da sola, sia insufficiente a far fronte alle esigenze complessive di rilancio del porto di Gioia Tauro. La Zona economica speciale, se effettivamente realizzata, – scrive – potrebbe produrre degli effetti positivi sull’area retro-portuale e sullo sviluppo della logistica. Ma quest’ultima non ha alcun significato senza la movimentazione dei container. È dunque prioritario puntare sul rilancio dell’attività di transhipment, propedeutica a ogni altro ragionamento che riguardi l’area di Gioia Tauro». «Per questo – scrivono gli industriali reggini – è necessario continuare a usufruire della riduzione delle tasse di ancoraggio, su cui ogni anno si registrano ritardi e intoppi burocratici inaccettabili; ottenere l’abbattimento delle accise sul carburante in ambito portuale e la fiscalizzazione del 45% degli oneri sociali». L’associazione degli imprenditori della provincia di Reggio Calabria ritiene infine «che la strada maestra da percorrere, per rilanciare la competitività del sistema Gioia Tauro, sia quella di un’innovativa gestione dei processi produttivi e dell’organizzazione di lavoro e personale. Ne è un esempio apprezzabile – si legge – il recente accordo raggiunto tra MCT e alcune sigle sindacali che, con senso di responsabilità e grazie a una efficace mediazione istituzionale, hanno accettato la Cigs di diverse centinaia di lavoratori». 

 

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