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CATANZARO – Sequestri di beni per circa 82 milioni di euro e confische per circa 350 milioni di euro nel contrasto alla criminalità organizzata, ma anche la lotta all’evasione fiscale con l’evasione dell’Iva per oltre 25,7 milioni di euro e, in materia di imposte dirette, ha fatto emergere una base imponibile sottratta a tassazione di circa 170 milioni di euro. A questo, si aggiungono le verifiche sulle regolari emissioni di scontrini e ricevute fiscali, per le quali sono stati eseguiti 7.023 interventi di cui il 39,14 per cento con esito irregolare. A fronte dell’individuazione di reati fiscali sono stati, infine, sequestrati beni per oltre 44 milioni di euro. Il ruolo della Guardia di finanza, in Calabria, è di assoluto rilievo, come dimostrano i dati emersi nel corso della cerimonia per il 238esimo anniversario per la fondazione del corpo, che si è svolta oggi a Catanzaro nella caserma “Laganà”.
Un impegno costante, su più fronti, come ha spiegato il generale Michele Calandro, comandante regionale della Guardia di finanza della Calabria. La cerimonia è iniziata con un minuto di raccoglimento in onore del carabiniere Manuele Braj, ucciso ieri in Afghanistan, e delle vittime del terremoto in Emilia.
L’INTERVENTO. Per l’alto ufficiale, “l’evasione fiscale come il conseguimento indebito di finanziamenti pubblici e i reati contro l’economia sono fonti di pericolo per la stabilità e di pregiudizio per la crescita; sono insomma un danno serio per il Paese”. Secondo il generale “la lotta all’evasione fiscale e ai reati economici e finanziari è necessaria quanto una terapia contro una malattia seria, una cura preventiva e indispensabile per ristabilire condizioni di equilibrio: debellare l’evasione, eliminare gli sprechi di denaro pubblico, contrastare ogni tentativo di inquinamento dell’economia legale – ha spiegato – sono non obiettivi ma fasi di un processo che mira a procurare maggiori risorse per la collettività e soprattutto a realizzare uguaglianza e giustizia sociale”.
Rivolgendosi poi al personale della Guardia di finanza, il comandante regionale ha affermato: “Sono sicuro che tutti i Finanzieri della Calabria faranno bene e fino in fondo la loro parte per dare il proprio contributo al bene comune, a salvaguardia degli interessi economici e finanziari del Paese, perché sia assicurato il progresso morale e materiale, individuale e collettivo”.
Alla cerimonia erano presenti le autorità civili, religiose e militari provenienti da tutta la regione, oltre ai gonfaloni e ai labari. Durante la mattinata è stata anche deposta una corona d’alloro al monumento ai caduti della Guardia di finanza e sono state consegnate le ricompense ai finanzieri che si sono distinti in particolari operazioni.
EVASIONE FISCALE. Nella sua attività la Guardia di finanza ha constatato evasione dell’Iva per oltre 25,7 milioni di euro e, in materia di imposte dirette, ha fatto emergere una base imponibile sottratta a tassazione di circa 170 milioni di euro. A questo, si aggiungono le verifiche sulle regolari emissioni di scontrini e ricevute fiscali, per le quali sono stati eseguiti 7.023 interventi di cui il 39,14 per cento con esito irregolare. A fronte dell’individuazione di reati fiscali sono stati, infine, sequestrati beni per oltre 44 milioni di euro. I dati sono stati resi noti a margine della cerimonia per il 238esimo anniversario per la fondazione del corpo, che si è svolta oggi a Catanzaro nella caserma “Laganà”.
Nel contrasto al lavoro sommerso, nel territorio calabrese, nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati scoperti 310 lavoratori “in nero e irregolari”, le corrispondenti violazioni sono state contestate a 135 datori di lavoro. Fondamentale anche l’impegno a tutela della spesa pubblica, dove sono stati scoperti, nel complesso, circa 27 milioni di euro di finanziamenti indebitamente percepiti ai danni dell’Unione Europea e dello Stato, di cui oltre 2,5 milioni di euro frodati nei confronti degli enti previdenziali ed assistenziali. Le indagini in materia di danni erariali sono state 39, d’iniziativa o su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti, e hanno consentito di accertare danni erariali per oltre 87 milioni di euro.
CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. Sequestri di beni per circa 82 milioni di euro e confische per circa 350 milioni di euro. Sono questi i numeri del contrasto alla criminalità organizzata messo in atto dalla Guardia di finanza in Calabria. Un impegno diretto soprattutto a individuare i patrimoni acquisiti illecitamente dalla ‘ndrangheta, con accertamenti patrimoniali su 166 soggetti, così come evidenziato dal generale Calandro.
Tra le investigazioni patrimoniali condotte dai Finanzieri, merita di essere ricordata quella che ha portato alla confisca di beni, per un valore stimato in 330 milioni di euro, nei confronti di un noto soggetto della provincia di Reggio Calabria ritenuto dagli inquirenti legato a vari esponenti della ‘ndrangheta: fra i molteplici beni confiscati rientravano immobili di prestigio a Roma, Milano, Taormina e Parigi, nonché quadri di rilevantissimo pregio artistico.
Nell’ampia area della tutela delle libertà economiche dei cittadini, diversi sono i settori che in Calabria hanno visto crescere il numero degli accertamenti e delle indagini affidate dall’autorità giudiziaria alla Guardia di Finanza e che hanno portato alla denuncia, per i reati in argomento, complessivamente di 100 soggetti.
L’attività di contrasto al riciclaggio di denaro sporco è stata portata avanti attraverso l’esecuzione di 15 indagini di polizia giudiziaria che ha visto i finanzieri impegnati nell’approfondimento di 189 segnalazioni per operazioni sospette con l’accertamento di circa 2,5 milioni di euro di denaro e valori illegalmente trasferiti.
Particolarmente drammatico il dato sul fenomeno dell’usura, con le indagini che hanno permesso di verificare come, in Calabria, il fenomeno sia spesso connesso al riciclaggio e come esso si atteggi con le metodologie tipiche delle organizzazioni mafiose, attraverso l’intimidazione e l’estorsione. Quattro le persone tratte in arresto nell’ambito di questa attività.
Il contrasto al traffico di sostanze stupefacenti si è concentrata principalmente sul traffico internazionale di cocaina che vede la ‘ndrangheta ai vertici mondiali per volumi di affari. Anche nel 2012 non sono mancati risultati d’assoluto rilievo; ai 563 kg di cocaina ed hashish sequestrati nei primi 5 mesi dell’anno, si aggiungono due clamorosi sequestri di cocaina operati, a giugno, nel Porto di Gioia Tauro per un quantitativo complessivo di circa una tonnellata.
Infine, il fenomeno della contraffazione. Oltre ai numerosi sequestri di prodotti delle più note griffes contraffatti, operati nei confronti di ambulanti abusivi, sono stati intercettati e sequestrati ingenti quantitativi di prodotti in arrivo nel porto di Gioia Tauro, dove il presidio della Guardia di Finanza contrasta, unitamente all’Agenzia delle Dogane, anche questi illeciti traffici. Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro oltre 223.000 prodotti con marchio contraffatto.
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