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CATANZARO – Un accordo tra Fincalabra e Banca Carime per facilitare l’accesso al credito a vantaggio delle piccole e medie imprese. Sul piatto duecento milioni e «tassi contenuti di circa il 30-35 per cento rispetto a quelli di mercato» spiega il presidente di Fincalabra, Umberto De Rose, a proposito dell’intesa che ha ufficializzato oggi a Catanzaro insieme al vicedirettore generale di Carime Giuseppe Minervino e al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti.
L’accordo è rivolto alle imprese con un fatturato fino a 250 milioni, con un numero di dipendenti fino a 249 e in possesso di requisiti che Fincalabra – dice De Rose – «valuterà con criteri oggettivi dialogando con le associazioni di categoria, guardando ai numeri ma anche alle idee».
Minervino dal canto suo dice «che la liquidità di Carime è tale da poter mantenere le promesse» dell’accordo. Scopelliti invece – a proposito di Fincalabra (interamente partecipata dalla Regione) – sottolinea che la società «svolge finalmente la sua vera funzione, quella finanziaria».
Il governatore parla in una sala gremita: ci sono gli esponenti della Confindustria, i vertici dei confidi che premono per un sostegno utile a favorire ulteriormente l’accesso al credito per le imprese, e ci sono anche politici. Questo l’appello del governatore: «Una parte del mondo imprenditoriale ha pensato solo ai propri affari. Oggi però le cose stanno cambiando e senza il gioco di squadra in Calabria la partita non si vince».
Scopelliti affronta anche tema della criminalità: «Gli imprenditori – è il suo secondo appello – denuncino chi li taglieggia. Le Procure aspettano da loro una partecipazione fattiva».
Il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, replica in diretta. «Anche la politica, non quella di oggi, non è stato vicina alle imprese». Inoltre «quando l’accordo con la politica c’è stato poi non c’è stata la risposta a problemi a causa dell’inefficienza dell’apparato burocratico». Dunque «la politica abbia il coraggio di rimuovere questi ostacoli, anche se gli ostacoli sono persone».
«Disponibili al confronto – ribatte Scopelliti – perché il limite della politica piegata al potere burocratico è un meccanismo da rompere».
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