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VIBO VALENTIA – La partita si riapre. Non è un successo, ma viste le premesse, istituzioni locali, sindacati e, soprattutto, maestranze, esprimono moderata soddisfazione. Italcementi “congela”, fino a venerdì prossimo, quando si aprirà il tavolo ministeriale in sede romana, la comunicazione attraverso la quale è stata annunciata la messa in mobilità degli 82 dipendenti dello stabilimento di Vibo Marina destinato alla chiusura entro il terzo trimestre del 2012. «Il gruppo – ha spiegato il prefetto di Vibo Valentia Michele Di Bari, che stamani ha presieduto un vertice all’Ufficio territoriale del governo – si è detto disponibile a valutare la possibilità, ma solo dopo un confronto ministeriale, di convertire la mobilità in cassa integrazione. Qualora ciò si concretizzasse, avremmo la possibilità di mantenere in vita lo stabilimento e, accedendo agli ammortizzatori sociali, di avviare una discussione che possa consentire alle istituzioni e alla politica locale di sostenere la cementeria in questa fase di crisi, salvaguardando così i livelli occupazionali».
Le premesse a questa parziale apertura del dialogo sono state tracciate da un ordine del giorno, bipartisan, approvato dal consiglio regionale. E da un documento unitario attraverso il quale le organizzazioni sindacali impegnano Comune, Provincia e Regione a concedere all’Italcementi le autorizzazioni per l’utilizzo del combustibile da rifiuto, a ridurre le limitazioni sullo scarico di carbone al porto di Vibo Marina e a concedere ulteriori permessi per l’estrazione delle materie prime dalle cave. L’epilogo al dibattito serrato tenuto in Prefettura alla presenza dei delegati del gruppo è servito a riaccendere una speranza che, alla vigilia, sembrava seriamente compromessa. Venerdì è in programma il tavolo tecnico a Roma. Martedì prossimo un nuovo incontro in Prefettura a Vibo Valentia.
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