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La grave crisi che sta attraversando la nazione non lascia respiro soprattutto alle zone più depresse del territorio. A rimarcare tale stato di cose in riferimento particolare alla Calabria intervengono i vescovi della regione che «riflettendo sulla grave situazione del nostro Paese», hanno voluto «considerare, ancora una volta, i difficili problemi che la nostra Regione vive, indebolita e umiliata dai tagli che si stanno operando da tempo nel campo della sanità, della scuola, dei trasporti ed ora anche dell’amministrazione della giustizia, con la soppressione di vari tribunali, lasciando la popolazione nell’incognita di una alternativa concreta». La dichiarazione si è avuta a margine dell’assemblea generale della Cei. «Ci siamo chiesti – aggiungono i vescovi – se questa politica di tagli favorirà lo sviluppo della nostra terra sul piano della salute, dell’amministrazione della giustizia, dell’educazione, dell’economia globale e dell’occupazione. Non sappiamo se questo nostro grido di allarme avrà come effetto un ripensamento da parte del governo nazionale e, conseguentemente, anche del governo regionale, oppure tutto è ormai deciso, costi quel che costi, in termini di indebolimento sociale, politico ed economico della nostra Regione. Nel frattempo, abbiamo approntato una nota pastorale sulla politica sociale della Regione, che verrà diffusa al più presto». «Ci rivolgiamo – concludono – a tutti i membri delle nostre comunità ecclesiali (medici, giuristi, politici in genere) affinchè seguano con attenzione queste vicende dolorose per intervenire con efficacia, ove è possibile. Con il cuore aperto alla speranza, poi, abbiamo approvato una lettera ai giovani, dopo il loro convegno regionale dello scorso autunno, per sostenerli nella loro intraprendenza ed entusiasmo nel mettersi a disposizione dell’annuncio del vangelo».
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