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I RICERCATORI non hanno fatto in tempo a mobilitarsi che il regolamento relativo ai compiti didattici e alla determinazione della retribuzione aggiuntiva, atteso da sedici mesi, è arrivato. Approvato ieri con decreto rettorale e procedura «d’urgenza» che affida al Senato accademico e al Cda dell’ateneo un mero compito di ratifica nelle prime sedute utili. La fretta, si legge nel testo, è stata dettata «dall’improcrastinabile avvio della programmazione didattica dell’ateneo per l’anno accademico 2012/2013».
I ricercatori, lette le quattro pagine che compongono il decreto, hanno annunciato subito che daranno battaglia e con altrettanta urgenza hanno convocato un’assemblea straordinaria per martedì prossimo alle 14 e 30 presso la sala stampa del centro congressi dell’Unical. A farli sobbalzare subito sono state le norme transitorie. L’articolo 8 comma 3 del regolamento recita così: «Per l’anno accademico 2011/2012 l’importo forfetario complessivo da destinare alla retribuzione aggiuntiva dei ricercatori è pari a 500 mila euro al lordo degli oneri a carico dell’amministrazione. Soltanto per il predetto anno accademico tale importo verrà liquidato in ragione dell’impegno didattico svolto da ciascun ricercatore».
I ricercatori hanno fatto due conti: 500 mila euro divisi per 30 mila ore annue di attività didattica (quelle mediamente assicurate dai ricercatori all’Unical) fanno 16,6 euro all’ora. Compenso che, al netto degli oneri dell’amministrazione e della tasse, scende sotto i sette euro all’ora per i corsi già tenuti dai ricercatori nel corso dell’anno accademico ormai in chiusura.
Martedì i ricercatori discuteranno di questo e presenteranno un documento in cui contesteranno gli aspetti del regolamento che considerano illegittimi. Sempre in assemblea stabiliranno eventuali modalità di protesta.
IL REGOLAMENTO – Il testo emanato dal rettore prevede che i ricercatori in regime di tempo pieno riservino 300 ore ogni anno (170 per quelli a tempo definito) alle attività didattiche integrative. Ovvero ad esercitazioni, precorsi e corsi di recupero, attività di orientamento e tutorato, ricevimento studenti, relazioni di tesi di laurea e di dottorato, partecipazione alle commissioni d’esame. Tutte attività che rientrano nei compiti previsti dalla legge Gelmini per i ricercatori, con un monte ore che l’Università della Calabria ha deciso di ridurre rispetto ai limiti previsti dalla stessa riforma: 350 per il tempo pieno e 200 per il tempo definito.
Per i corsi e i moduli curriculari è prevista invece una retribuzione di 55 euro per ciascuna ora di lezione e di 35 euro invece per ogni ora di esercitazione o laboratorio. Anche qui gli importi, che comprendono gli oneri a carico dell’ateneo, sono al netto piuttosto contenuti: cifre che l’università addebiterà probabilmente alle scarse risorse di bilancio.
Nel regolamento è stata inserita però anche la possibilità che ai ricercatori vengano affidati «con il loro consenso» corsi e moduli curriculari gratuiti. Non solo, ma è prevista anche la possibilità di sostituire parte dell’attività didattica integrativa dovuta all’ateneo con corsi curriculari: in questo caso però il ricercatore avrà una riduzione sul carico di ore complessivo perché ogni ora di corsi sarà considerata sostitutiva di tre ore di didattica integrativa. Un modulo di 60 ore, per intenderci, corrisponderà alle 180 di esercitazioni, corsi di recupero e attività di tutorato che il ricercatore deve riservare all’ateneo all’interno del carico di 300 ore.
I ricercatori Unical però non sembrerebbero granché convinti di questa «sostituzione» che trasforma, pur con rapporto di un’ora a tre, attività retribuite in attività dovute.
IL PRECEDENTE – I ricercatori insorsero anche a settembre scorso, quando l’università approvò il precedente regolamento, arrivando a minacciare il blocco dell’attività didattica. In quel caso tra gli articoli contestati c’era la retribuzione del carico didattico a partire dalla 61esima ora di corso e il vincolo del compenso alla disponibilità economica. Finì con un dietro – front e un decreto del rettore di sospensione dell’efficacia del regolamento.
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