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Negli ultimi 5 anni, a fronte di un incremento su scala nazionale del 24,5%, in Calabria il costo dell’acqua è aumentato del 5,8%, a causa del forte aumento registrato a Reggio Calabria nello stesso periodo. E’ quanto comunica l’associazione “Cittadinanzattiva”, che ha diffuso i risultati di uno studio. «In positivo, nel 2011 – si legge – rispetto al 2010, le tariffe sono rimaste invariate in tutte le città capoluogo.
In regione, è Reggio Calabria la città in cui l’acqua per uso domestico costa di più, con una spesa media annua di 225 euro, 41 euro in più di quanto la si paga a Catanzaro, città in cui il servizio costa meno a livello regionale, ben 115 euro in più di quanto la si paga a Isernia, città in cui il servizio costa meno a livello nazionale. Per il resto, a Crotone si sono pagati 214 euro, a Vibo 190. A Cosenza la spesa è stata di 185 euro, ma dai dati emerge anche l’alta percentuale di dispersione della rete, valutata pari al 67%.
Nell’annuale indagine realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva emergono le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).
I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. «In generale – si evidenzia – , il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+34,3% rispetto al 2007, +6,2% rispetto al 2010). Seguono le regioni del Nord (+25,6% rispetto al 2007, + 6,7% rispetto al 2010) e il Sud (+ 14,1% rispetto al 2007, + 3,2% rispetto al 2010). A fronte di una spesa media nazionale pari a 290 euro, in Calabria – si fa rilevare – il servizio idrico integrato ha costi molto inferiori (200), solo in due regioni è più basso: Molise (138) e Trentino (167 euro)».
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