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LA CGIL regionale e la Filt Cgil regionale sono pronte a presentare un esposto-denuncia nei confronti delle Ferrovie dello Stato e del suo amministratore delegato, Mauro Moretti, «per i disagi subiti dai calabresi per l’interruzione di pubblico servizio e disservizi nei trasporti regionali e interregionali della regione Calabria, con la soppressione da e per il Centro ed il Nord Italia, dei treni a lunga percorrenza».
La soppressione dei convogli, secondo il sindacato, è una «violazione dei principi fondamentali della Costituzione»: la Cgil cita gli articoli 2, 3, 4, 41, 43 della carta fondamentale dello Stato. E cita pure diritti ed interessi tutelati dal codice penale: dall’«interruzione di pubblico servizio» fino ai «delitti colposi di pericolo». C’è poi, aggiungono i sindacalisti una «violazione della dignità sociale a garanzia del cittadino, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la propria personalità»: «Sono migliaia – è scritto in una nota – i calabresi che ogni giorno si spostano dalle loro città per raggiungere il posto di lavoro, il luogo di studio e, per tante altre necessità, ivi compreso per ragioni sanitarie. Gli utenti del servizio pubblico calabrese vorrebbero poter usufruire di un servizio efficiente, puntuale e sicuro o, quantomeno, non vedersi sottratto quello esistente. È da tempo, che il gruppo Ferrovie dello Stato ha abbandonato la Calabria sia in termini di ammodernamento infrastrutturale, sia relativamente al materiale rotabile e anche per quanto riguarda i collegamenti a lunga percorrenza. Questa politica si è ulteriormente evidenziata soprattutto negli ultimi mesi, quando tutti i collegamenti a lunga percorrenza (oltre Roma) sono stati tagliati e i treni notte sono stati soppressi con la circostanza, davvero fuori da ogni logica, che l’intera fascia ionica calabrese non ha la possibilità di collegarsi direttamente con Roma. E ancora, basti pensare che un viaggio in treno da Reggio Calabria a Crotone supera le quattro ore, ovvero, il tempo che intercorre tra Milano e Roma, con un Freccia Rossa. Oltre ciò, responsabilità evidente del gruppo Ferrovie dello Stato è quella di minori investimenti in Calabria rispetto anche alle altre regioni del Mezzogiorno oltre a un crollo degli stessi investimenti rispetto alle regioni del Centro-Nord. E tutto ciò rappresenta un freno allo sviluppo economico specialmente nel turismo e nel commercio».
«In poche parole – conclude la Cgil – se i calabresi non hanno diritto alla mobilità ordinaria, figuriamoci all’alta velocità che non viene neanche presa in considerazione da Moretti e dai vertici Ferrovie dello Stato. Inoltre, responsabilità dei vertici Ferrovie dello Stato è anche quella di avere bloccato l’alta velocità a Napoli, prevedendola fino a Salerno, escludendo la Calabria da qualsiasi investimento futuro. Il nostro scopo è, quindi, sottoporre al vaglio della magistratura tali comportamenti affinchè emergano le responsabilità sullo stato di abbandono delle ferrovie calabresi».
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