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CROTONE – Una lunga corsa, il lockdown che ha rimesso tutto in discussione e poi la vittoria liberatoria contro il Livorno. Quello del Crotone di Giovanni Stroppa è stato un campionato esaltante con una squadra che volava prima dello stop per l’emergenza Covid-19 ed ha ripreso a volare al rientro in campo infilando una serie di risultati positivi da grande squadra.
Una vera e propria metamorfosi per i calabresi che lo scorso campionato erano partiti per tornare subito in Serie A e invece si sono dovuti adattare ad una classifica che per poco non li rispediva in Serie C.
Perché la dirigenza ha richiamato Stroppa dopo la parentesi (disastrosa) Oddo, e da lì in poi il Crotone è diventata la squadra che ha fatto che tutti ammiravano.
La prima sconfitta (2-1) in campionato arriva in casa della Cremonese alla quarta giornata, dopo il pareggio interno col Cosenza alla prima, la vittoria a La Spezia alla seconda e l’altro pareggio sul campo dell’Empoli. La caduta di Cremona scuote capitan Cordaz e compagni, che infilano cinque risultati utili consecutivi con quattro vittorie ed un pareggio. Il Crotone di Simy vince in casa con la Juve Stabia, passeggia all’Adriatico sul Pescara e batte 3-1 l’Entella in casa, con la morte nel cuore per la tragica scomparsa del suo preparatore atletico Sergio Mascheroni. Poi pareggia a Pisa e vince in casa col Venezia.
Dopo un mese di dicembre altalenante la squadra del presidente Gianni Vrenna si ritrova prima della chiusura del girone, e in avvio del ritorno arriva il blitz di Cosenza. La squadra di Stroppa non pareggia, e prima del lockdown infila quattro successi consecutivi: Pescara e Pisa in casa, Entella e Venezia in trasferta.
Quindi la lunga sosta forzata, al termine della quale Simy prende per mano i suoi e fa volare un Crotone che non perde più: su tutti, i successi di Cittadella e in casa con Benevento e Pordenone. Fino alla seconda, esaltante, promozione in Serie A arrivata con la vittoria in trasferta contro il Livorno.
La festa in Aeroporto
«Serie A, Serie A, ce ne andiamo, ce ne andiamo in serie A». Festa all’aeroporto di Pisa per i calciatori del Crotone, che nella prima serata erano stati impegnati sul campo del Livorno. Una gara vinta 5-1 ma che non bastava per la promozione aritmetica: serviva che lo Spezia non vincesse a Cremona, gara seguita su tablet e telefonini dai calciatori rossoblù al “Galileo Galilei” di Pisa in attesa del volo di ritorno. E al triplice fischio allo “Zini”, partita chiusa sullo 0-0, come “documentato” da un video pubblicato su Instagram da Maxi Lopez, è scattata la festa per un traguardo atteso due anni.
La gioia del presidente Vrenna
«È il più grande successo da quando gestisco il Crotone calcio, insieme a mio figlio abbiamo fatto una cosa importante, non era facile riprogrammare tutto dopo una retrocessione, ma ci siamo riusciti. Voglio fare un saluto a tutti i tifosi che ci hanno seguito, adesso ci godiamo la festa cercando di finire al meglio il campionato e poi programmare la nuova stagione».
Sono le dichiarazioni rilasciate a caldo dal presidente Gianni Vrenna, raggiante per l’ennesimo miracolo sportivo portati a termine. Pieno di orgoglio anche Giovanni Stroppa: «Questa soddisfazione la giro a tutto lo staff, alla società. Sapevamo che dovevamo vincere, non giocando in contemporanea non si è potuto festeggiare subito. Mi è dispiaciuto lo stop forzato per il Covid, la squadra stava volando e sembrava non ci fermasse nessuno, ma abbiamo lavorato molto bene, mentalmente siamo stati pronti, non era facile ripartite, avevamo la terza a due punti e adesso è molto più distaccata».
La conferma che Stroppa rimarrà anche il prossimo anno, salvo sorprese dell’ultima ora, arriva direttamente dal tecnico. «Vediamo di lavorare al meglio per il futuro – ha aggiunto il tecnico – la squadra è li da vedere ed è un piacere e un orgoglio vederla giocare. Abbiamo un modo di lavorare che conosciamo, andiamo avanti abbassando la testa, il percorso è iniziato due anni fa e sono contento che la squadra si esprima così. Questo risultato ripaga della fiducia e dei sacrifici che tutti abbiamo fatto. Non era affatto facile ripartire dopo il periodo di fermo, ma la bellezza di questi ragazzi è proprio questa, hanno ripreso a lavorare credendo in quello che facevano. Le ultime gare sono state praticamente tutte scontri diretti e anche a Livorno non era scontato vincere, è bello, è inutile nasconderlo».
La festa in città
Questa volta la certezza matematica è arrivata un po’ più tardi rispetto a quattro anni fa: alle 22.54, quando è arrivato il triplice fischio di Cremona. La squadra era trincerata in attesa del verdetto finale, dopo una stagione infinita e ricca di tensione. Aveva voglia di festeggiare Crotone. Tutti i crotonesi, non solo gli sportivi, che trovano nella squadra del presidente Vrenna il loro orgoglio più grande. Negli ultimi 20 anni le uniche soddisfazioni per la città che ha ospitato Pitagora sono venute dal calcio. Un miracolo sociale, un’oasi felice dello sport dove sono cresciuti talenti cristallini, arrivati in riva allo Ionio sbarbatelli per poi spiccare il volo.
Dalla Seconda Categoria, per la seconda volta, alla Serie A. C’è qualcosa di incredibilmente romantico in questa favola, ma c’è soprattutto competenza, lavoro, sacrifici e professionalità. Risultati del genere non si ottengono per mera fortuna. E per questo Crotone festeggia e lo farà per tutta l’estate, perché è orgogliosa. Già al terzo gol di Gerbo i tifosi hanno iniziato a sciogliersi. I crotonesi sono estremamente cauti e superstiziosi, mai festeggiare prima della certezza. Ma a quel punto era fatta. Iniziano a sentirsi le prime trombe, i cori che provengono dal quartier generale dei tifosi rossoblù.
Crotone ride, di nuovo. Finalmente. Applaude Stroppa, la società, quei guerrieri achei che hanno incarnato spirito di un tempo. Al triplice fischio dell’arbitro, nonostante manchi la matematica, la gente inizia a riversarsi per strada. Con il passare dei minuti il rumore dei caroselli delle auto si fa sempre più insistente, ovviamente la colonna sonora che accompagna i tifosi rossoblù è composta dai successi di Rino Gaetano: “Il Cielo è sempre più blu” e “A mano a mano”, quelli che sono diventi gli inni degli squali negli anni.
Si ripete ancora una volta quel miracolo che solo lo sport riesce a regalare in città come quella di Crotone. Ci si ritrova, per strada, tutti insieme. Come comunità, a gioire, a gridare tutto l’orgoglio che si ha in corpo.
Il centro nevralgico è sempre Piazza Pitagora, il cuore della città. Inizia una notte bellissima, dove non serve sognare ad occhi chiusi. Ritorneranno i grandi campioni, le corazzate. E la squadra rossoblù manterrà la sua identità, lotterà su ogni pallone per farsi valere. Per far capire, con orgoglio, che è all’altezza di quel popolo in festa, orgoglioso di questa squadra bella davvero.
Adesso finalmente ci si può rilassare, quella di ieri è stata una giornata interminabile, iniziata presto e finita tardissimo. E’ l’ora della festa, che non si fermerà, continuerà in ogni angolo della città. Una città, che grazie al calcio, si sente di Serie A.
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