La curva dello stadio Scida
1 minuto per la letturaCROTONE – Il Tar Calabria ha accolto i ricorsi presentati dal Crotone Calcio e dal Comune di Crotone e ha sospeso l’efficacia delle diffide, firmate dal Soprintendente ai beni archeologici della Calabria Mario Pagano, che impedivano l’utilizzo delle strutture amovibili dello stadio comunale “Ezio Scida”, disponendone lo smantellamento.
L’impianto che ospita le gare interne del Crotone, dunque, torna disponibile con tutti i 16mila posti, e per giocare l’incontro contro l’Hellas Verona non occorrerà neppure l’assunzione di responsabilità diretta del sindaco, che aveva dovuto “firmare” per giocare la prima in casa contro il Foggia.
Oggetto della querelle erano le strutture amovibili installate in curva sud e tribuna coperta per permettere alla squadra di disputare la Serie A nelle due stagioni scorse; strutture che, secondo la Soprintendenza, rischiavano di recare danno ai reperti archeologici che giacciono nel sottosuolo. Il Tar Calabria, che ha esaminato e accolto il ricorso presentato dalla società calcistica (avvocati Sandro Cretella ed Elio Manica) e quello presentato dal Comune di Crotone, prenderà una decisione definitiva martedì prossimo.
In parte, però, è già entrato nel merito della questione ritenendo il ricorso “fondato sotto il profilo della violazione dei principi di proporzionalità in quanto: le strutture amovibili non hanno compromesso il sottosuolo e relativi resti archeologici e la circostanza non appare contestata; il Mibac non ha dimostrato e nemmeno enunciata l’esigenza di effettuare interventi di valorizzazione dei beni archeologici”.
Il Tribunale ha anche “ritenuto sussistente il grave danno che deriva alla comunità crotonese dalla esecuzione degli atti impugnati correlato alla impossibilità per Fc Crotone di proseguire nella partecipazione al campionato di serie B”.
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