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Rino Gaetano

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Il 2025 segna la ricorrenza dei 75 anni dalla nascita di Rino Gaetano avvenuta a Crotone il 29 ottobre 1950, il ricordo del cantautore calabrese nelle parole della sorella Anna


TRA un paio di mesi saranno 44 anni dalla morte di Rino Gaetano mentre il prossimo 29 ottobre ricorrerà il 75esimo anniversario della sua nascita. Il 2025 si preannuncia un anno di ricordi per il compianto artista calabrese che da Roma, dove viveva con la famiglia fin da quando aveva 10 anni, ha tracciato un solco indelebile nella storia della musica italiana. Artista controcorrente dai testi pungenti capace di affrontare con l’ironia e il sarcasmo i temi più delicati e contraddittori dell’Italia a cavallo tra la fine degli anni di piombo e l’inizio dei roboanti anni 80.

La sua musica ha nel tempo conquistato i giovani ma non solo. È diventata trasversale e di culto per più generazioni tanto che ancora oggi, a 4 decadi di distanza, non è difficile incontrare un 15enne che canta Gianna o Ma il cielo è sempre più blu, mentre anche chi ha superato gli anta non si fa trovare impreparato di fronte al tema di Aida o alla denuncia in Giamaica style di Nuntereggae più.

I 75 ANNI DI RINO GAETANO, SERVE UNA INIZIATIVA REGIONALE PER CELEBRARLO

Quest’anno avrebbe compiuto 75 anni e uno dei suoi brani più celebri, se non il più celebre in assoluto, Ma il cielo è sempre più blu, ne compie 50, e in questo anno di ricorrenze il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, lancia la proposta di intitolare il porto di Crotone a Rino Gaetano. Al di là della proposta, comunque, pensare di rendere omaggio all’artista calabrese con un programma di eventi di livello regionale o un festival dedicato a Rino Gaetano e alla sua musica non sarebbe affatto una cattiva idea. Magari con il coinvolgimento diretto della Regione Calabria guidata dal presidente Roberto Occhiuto.

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IL RICORDO DELLA SORELLA ANNA

In questo clima, a rinverdire il ricordo di Rino Gaetano ci pensa la sorella Anna in una intervista, dai toni molto intimi, rilasciata al Corriere della Sera. Spaziando dai ricordi della loro infanzia a quelli dell’adolescenza (“La granita a Monte Mario”, la colazione con il pane caldo e l’olio o la pappa data con il cucchiaino ad un infante Rino fino alle uscite per «mangiare il cocomero a Tor di Quinto o il gelato allo Zodiaco, la pizza in un posto proprio dietro al Pantheon»).

Non manca, poi, il pensiero ai ritorni a Crotone dalla «zia che ci cucinava i calamari ripieni, le cozze, i peperoni fritti. Rino andava matto per la cucina calabrese piccante». Quello che traspare è un ricorso affettuoso fatto di momenti belli come «quello dopo il Sanremo del ’78 . Anche se era arrivato terzo con Gianna, mio fratello era contento, io pure di più. Ci siamo visti in un ristorante a Trastevere e abbiamo mangiato e bevuto la grappa Nardini che gli piaceva tanto». Ma anche di scelte di vita come quella di mettersi in gioco e rinunciare al posto in banca trovatogli dalla mamma pur di fare musica (e non indossare la cravatta…).

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I 75 ANNI ANNI DI RINO GAETANO, LE AMICIZIE DEL CANTAUTORE NEI RACCONTI DI ANNA

Ma c’è anche spazio per le amicizie di Rino, come quella con Venditti e De Gregori («Erano molto legati, tre fratelli. Quando uscivano insieme, Francesco e Rino pagavano la benzina, Antonello ci metteva la macchina»), o quella con Riccardo Cocciante («Abitava a Monte Sacro vicino a noi. Riccardo voleva molto bene a mio fratello. Tutti gliene volevano. Rino era sincero, altruista»). Tra l’altro proprio di Riccardo Cocciante è uno dei brani forse più amati tra quelli cantati da Rino Gaetano. Si tratta di A mano a mano che Rino interpretò nell’ambito della Tournée da cui la Rca produsse l’album Q Concert e in cui gli artisti (Rino Gaetano, Riccardo Cocciante e i New Perigeo) intrepretavano canzone proprie e degli altri partecipanti. Rino in quell’occasione cantò A mano a mano scritta da Cocciante e la sua versione divenne ben presto un cult del mondo della musica.

Poi il rapporto con Renato Zero che gli regalò la tuba dell’esibizione a Sanremo («Erano tanto amici, davvero. Andavano sempre insieme allo stadio Olimpico a vedere le partite della Roma, pure con Little Tony. Perché Rino era romanista fracico. Qualcuno dice che era laziale, però non è vero»). E quello con Mia Martini, altra straordinaria artista calabrese di cui in questo speciale anno 2025 ricorre il trentennale della morte avvenuta il 12 maggio 1995. Rino Gaetano «l’ha tanto difesa quando parlavano male di lei, dicendo che portava sfortuna. A Rino certi discorsi davano fastidio, si arrabbiava molto, con qualcuno ha pure litigato per difendere Mia. Da buon calabrese era bello incazzoso».

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LA TRAGICA MORTE ALL’ALBA DEL 2 GIUGNO 1981

Nell’intervista, però, Anna Gaetano riporta alla memoria anche i momenti di quel tragico 2 giugno 1981 che portò alla morte dell’appena 31enne cantautore calabrese chiudendo improvvisamente una carriera durata meno di un decennio ma che ha scritto una delle pagine più apprezzate della musica italiana. Ricorda che quella mattina «mamma mi telefonò alle 5. “Corri che Rino ha avuto un incidente con la macchina. Non è niente di grave, si è rotto la gamba e il braccio”. “Menomale”, pensai. “Quelli si mettono a posto”. Poi però mi spiegò che i poliziotti erano andati a casa ad avvisarla e quello mi sembrò un brutto segno. Corsi al Policlinico. arrivai alle 6 meno un quarto. C’era già Gigione, il suo amico stracciarolo. “Anna, Rino è grave. Se gli serve sangue glielo dono io”. Alle 6 mio fratello non c’era più. Quando ho dovuto fare il riconoscimento sono caduta per terra».

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