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Il regista Mimmo Calopresti

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Papa Francesco ha inviato la sua benedizione sul Magna Grecia Festival e sul film sul naufragio di Cutro: “I migranti siano un’opportunità”

CATANZARO – Che un’aura circondi il docufilm “Cutro, Calabria, Italia”, con cui il regista Mimmo Calopresti racconta il tragico naufragio di Cutro del febbraio 2023 in cui sono morti un centinaio di migranti, lo si comprendeva già entrando nella sala del Supercinema in cui veniva proiettata l’anteprima mondiale, nell’ambito della sezione “Sguardi di Calabria” del Magna Graecia Film Festival. All’ingresso è stato, infatti, esposto il meraviglioso Cristo realizzato dall’orafo crotonese Gerardo Sacco con i resti del barcone affondato.

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Ma quella sorta di sensazione di carattere spirituale, in senso lato, la si è avvertita anche quando Antonio Capellupo, che ha introdotto un breve incontro con il regista e con Antonio Giulio Grande, commissario straordinario di Calabria Film Commission, ha letto il messaggio di Papa Francesco inviato dal suo Segretario, il cardinale Pietro Parolin.

«Sua Santità incoraggia a considerare la presenza di tanti fratelli e sorelle migranti un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo, per riaffermare anche la ricchezza delle tradizioni spirituali che hanno forgiato il pensiero e l’arte dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo».

La «benedizione apostolica» del Papa è per il film sul naufragio di Cutro e per il festival. E si capisce perché, già dalle prime, toccanti immagini. «Ho voluto camminare su quella spiaggia, e poi ho cercato le persone che erano lì, perché raccontassero le storie di quelli che ce l’hanno fatta e di quelli che non ce l’hanno fatta», ha detto Calopresti. C’è molto Pasolini nel film, a 60 anni dal Vangelo secondo Matteo, in parte girato proprio a Cutro e Crotone. A cominciare dal Cristo che dice «vi farò pescatori di uomini». E Calopresti ha detto anche questo. Su un’opera che «rappresenta il senso di solidarietà che è nel dna del popolo calabrese» si è poi soffermato Grande.

In sala c’era il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, che ha ricordato le «immagini indelebili» di quella tragica alba, e la sofferenza della popolazione locale, a cominciare dalla sua, che non riesce più a fare il bagno in quel mare. Non ci riesce neanche Calopresti, come ha confessato. «Prima salviamoli», ha detto ancora Ceraso.

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