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La rockstar Steven Tyler durante una visita a Cotronei

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COTRONEI (KR) – La Regione non ha mai autorizzato la delocalizzazione della “Steven Tyler’s Gallery”. E il rischio che i fondi per la città del rock vadano persi è reale perché il Comune è «fuori tempo massimo» per l’annunciato dietro front che sembra lungi dal compiersi. 

Di questo si dice convinto, mentre lancia acuti che farebbero impallidire la rockstar di origini cotronellare, Nino Grassi, il presidente dell’associazione intitolata all’ex leader degli Aerosmith nonché cugino del frontman.

Museo del rock Steven Tyler a Cotronei, “situazione kafkiana”

«La situazione kafkiana venutasi a determinare ha affossato una delle più importanti opportunità per la città di Cotronei e non solo. La perdita del finanziamento si ripercuoterà non sull’associazione ma su tutta la Calabria. Perché si prevedeva di realizzare il primo museo al mondo che omaggia Steven Tyler». Parola di Grassi, peraltro cugino del cantante, che fa il punto sull’iter dopo aver compiuto un accurato accesso agli atti, ritenendo pertanto di smentire l’amministrazione comunale che fa leva sulla rimodulazione della convenzione con la Regione per il finanziamento di 1,3 milioni nell’ambito dei Fondi europei per lo sviluppo e la coesione. Il bando dei borghi.

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La Regione non autorizza il sito, finanziamenti a rischio per il museo di Steven Tyler

Ma Cotronei borgo del rock forse non lo diventerà. «La Regione non ha autorizzato il cambio del sito», tuona Grassi, che all’ubicazione prevista dal progetto originario tiene tanto perché in quella sede, lo storico palazzo Bevilacqua, nel quartiere della Gria, nel cuore del paese vecchio, visse Giovanni Tallarico, avo del cantante che, diplomatosi in Mandolino alla Scuola regia di Napoli, sul finire del XIX secolo, per meglio sfruttare il suo talento musicale, emigrò negli Usa dove i figli fondarono la band Tallarico Brothers. Invece, il nuovo progetto prevede la realizzazione di un immobile ex novo «in un seminterrato, al di fuori del centro storico, su particelle di terreno che sfociano in un magazzino di 137 metri quadrati per espropriare il quale il Comune spenderà 120mila euro».

La novità è che appunto Grassi ritiene di essere in grado di smentire la ricostruzione del sindaco, Antonio Ammirati, che peraltro si era impegnato a revocare la delibera del consiglio comunale dell’8 marzo scorso con la quale si approvava il progetto definitivo che individuava il nuovo sito «sulla base del fumoso presupposto – osserva Grassi – che il proprietario avrebbe chiesto un prezzo esoso per l’esproprio. Ma non c’è alcun atto formale in tal senso – è la bordata di Grassi – né una corrispondenza tra l’ente e il proprietario da cui si possa ricavare ciò. Si fa soltanto riferimento a contatti telefonici in seguito ai quali si è deciso di non convenire all’accordo per ragioni economiche».

Museo del rock a Crotonei, nessuna traccia dei finanziamenti

Insomma, nessuna traccia dei cosiddetti 300mila euro richiesti dal proprietario. Grassi ricorda peraltro di aver sollecitato più volte il Comune a un esproprio forzato per motivi di pubblica incolumità perché l’immobile è pericolante ed è stato oggetto di ordinanze. Ma c’è di più. «Nel luglio scorso il sindaco non si è presentato all’incontro che avevamo ottenuto con la dirigente regionale del dipartimento Istruzione e cultura, Carmela Barbalace, e non ha mandato neanche un rappresentante dell’amministrazione comunale. L’incontro era stato chiesto al fine di sollecitare una proroga e di scongiurare il rischio di revoca del finanziamento dati i tempi. Il Comune entro il 31 dicembre dovrà rendicontare ma non è ancora in grado di esibire il titolo di proprietà del palazzo Bevilacqua nonostante l’impegno del sindaco a revocare la delibera. La convenzione, poi, e questo lo abbiamo scoperto accedendo agli atti, si limita soltanto a disciplinare i rapporti tra i due enti e richiama il progetto originario».

Nisticò: “Il sindaco mi ha chiesto di fondare una nuova associazione Steven Tyler”

Infine, una chicca, e a svelarla è il vicepresidente dell’associazione, Luigi Nisticò. «Dopo il mancato incontro con la Regione, il sindaco mi ha chiesto di fondare una nuova associazione Steven Tyler e di divenirne presidente perché a suo dire col presidente Grassi non si può parlare. Ho risposto che l’ipotesi non è fattibile e che Grassi resterà presidente perché da dieci anni si spende per questo progetto». Intanto, come è ormai risaputo, il cantante non vuole più fornire al costruendo tempio del rock i cimeli per cui i fan degli Aerosmith sparsi nel mondo impazzirebbero e ha diffidato il Comune di Cotronei dall’utilizzo del suo nome e della sua immagine. Mentre fioccano dai dintorni le proposte di privati per accaparrarsi la Tyler’s Gallery.

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Museo del rock Steven Tyler, le proposte dei privati

«Dopo la dimora secentesca di palazzo Portiglia, a Petilia Policastro, messa a disposizione dall’avvocato Renzo Cavarretta, i fratelli Sposato, titolari del noto Lido degli scogli di Crotone – rende noto Grassi – ci consegnerebbero una tenuta agricola a Strongoli». Sono lontani i tempi in cui la rockstar appose la sua firma al progetto, al termine di un concerto a Roma.

«Attratto e affascinato dall’iniziativa per il rapporto che lo lega a quel luogo, visibilmente emozionato, orgoglioso delle sue origini cotronellare, Tyler – ricorda ancora Grassi – approvò l’dea progettuale impegnandosi a tornare a Cotronei per inaugurare l’opera e tenere un concerto di ringraziamento». Dream on.

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