X
<
>

Roberto Ceraudo

Share
2 minuti per la lettura

STRONGOLI (CROTONE) – Roberto Ceraudo, patron dell’omonima azienda agricola di Strongoli, è stato eletto accademico nazionale dell’Olivo e dell’Olio di Spoleto: un riconoscimento importante per il lavoro costante e l’impegno dedicato per migliorare la sostenibilità della filiera.

Ceraudo, produttore di vino e di olio biologico dal 1973, da ambasciatore della prestigiosa Accademia fondata il 12 giugno 1960 nel borgo umbro, commenta che “l’elezione mi onora e mi permetterà di confrontarmi con colleghi, dirigenti e accademici sugli importanti temi a cui ho dedicato tutta la vita lavorativa, quelli relativi alla sostenibilità della filiera e dell’ambiente”.

Roberto Ceraudo è stato scelto come ambasciatore perché pioniere nella ricerca sia agronomica che di prodotto su l’olio. Infatti dal 1981 ho iniziato una collaborazione decennale con l’Istituto di Ricerca Agroalimentare di Cosenza, per capire quale fosse il periodo migliore per la raccolta delle olive in base al microclima, al terreno e alle piante. Il risultato di questa ricerca è che le olive, anziché tra novembre e dicembre, vengono raccolte da metà settembre. Questo anticipo di oltre un mese rispetto agli abituali tempi di raccolta permette di ottenere una qualità organolettica superiore.

L’olio Ceraudo, tra i migliori della Calabria, è un olio pluripremiato, ottenuto da agricoltura biologica. “La nostra scelta di anticipare il momento della raccolta delle olive ci impone un calo della resa dal punto di vista quantitativo, ma ci permette di ottenere un olio straordinario, caratterizzato da ottime qualità organolettiche e da una bassa acidità” commenta Ceraudo, fondatore dell’omonima azienda a conduzione familiare cui è collegato il ristorante Dattilo, stellato grazie al talento della figlia Caterina ai fornelli (LEGGI)

Nell’azienda agricola Ceraudo, l’oliveto è la parte più consistente della tenuta, si estende per 37 ettari ed è coltivato con le varietà autoctone fidusa, carolea e tonda di Strongoli. 14.000 piante di ulivo, per una produzione potenziale di 400 quintali all’anno anche se la resa è bassa. La quantità di bottiglie prodotte, da 0,5 litri, varia a seconda delle annate. La raccolta è meccanizzata, ma non completamente, per le piante secolari infatti vengono ancora oggi utilizzati i pettini.

La forma di allevamento è a vaso e la molitura avviene immediatamente per preservare i profumi dell’olio e le proprietà del frutto. Il Frantoio, essendo di proprietà, è utilizzato solo per la produzione aziendale. La spremitura è a freddo a ciclo continuo. Tre gli oli prodotti: Fidelia, Olio Ceraudo, Tonda di Strongoli. Di fondamentale importanza sono i valori della ricerca della qualità totale, dalla coltivazione alla trasformazione del prodotto, rispettando e valorizzando il territorio e il microclima.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE