L'incontro svoltosi nella sala Falcone e Borsellino di Cutro
2 minuti per la letturaRiflessione degli studenti coinvolti nel percorso di pedagogia dell’antimafia a Cutro. Il monitoraggio dei nidi di tartaruga
La confisca dei beni appartenenti alla ‘ndrangheta rappresenta uno strumento cruciale nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare in aree come la provincia di Crotone e il comune di Cutro, da sempre segnate dalla presenza mafiosa. Questa misura mira principalmente a sottrarre alle cosche le risorse economiche accumulate illegalmente attraverso estorsioni, traffico di stupefacenti e infiltrazioni negli appalti pubblici, riducendo così il loro potere economico e sociale.
Un esempio virtuoso di confisca e riutilizzo sociale si trova proprio a Cutro, dove un bene confiscato alla ‘ndrangheta è stato trasformato nel Centro di Educazione alla Legalità e all’Ambiente (Cela), oggi gestito dal WWF della provincia di Crotone. Questo centro, divenuto simbolo di legalità e tutela ambientale, promuove una cultura del rispetto delle regole e della salvaguardia del territorio. Al suo interno si svolgono attività di educazione ambientale rivolte a scuole e cittadini, campi di volontariato e progetti di recupero faunistico, tra cui il monitoraggio dei nidi della tartaruga e la gestione del Centro recupero tartarughe marine nell’Area marina protetta di Capo Rizzuto.
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Il caso del Cela dimostra come la confisca possa andare oltre l’aspetto repressivo, diventando uno strumento rigenerativo per le comunità locali. Restituire alla collettività un bene confiscato alla criminalità significa non solo sottrarre risorse alle mafie, ma anche creare opportunità di crescita sociale, culturale ed economica.
Tuttavia, il processo di confisca dei beni mafiosi non è esente da criticità. La burocrazia e i lunghi tempi necessari per assegnare definitivamente i beni confiscati spesso ritardano il loro riutilizzo sociale. Inoltre, in territori come quello crotonese, dove la ‘ndrangheta è profondamente radicata a livello storico e familiare, persiste il rischio di tentativi di riappropriazione indiretta dei beni da parte delle cosche.
Per rendere davvero efficace la confisca dei beni mafiosi, è essenziale garantire una gestione trasparente ed efficiente degli stessi beni, associandola a progetti di sensibilizzazione e partecipazione attiva delle comunità locali. In questa prospettiva, il Cela di Cutro rappresenta un modello esemplare di come un bene, un tempo simbolo del potere mafioso, possa essere trasformato in un presidio di legalità, educazione e speranza per le nuove generazioni.
Samuele Martino
Mario Ghiuzan
IV A I.T.E. Polo di Cutro
Salvatorepio Lorenzano
III A I.T.E. Polo di Cutro
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