Il ricordo di Mario Dodaro alla presenza della figlia Antonella
2 minuti per la letturaDiverse le testimonianze dei familiari delle vittime innocenti di mafia intervenuti alla giornata in ricordo di Dodò Gabriele, mogli, figli, figlie che hanno ricordato la storia dei propri cari
CROTONE – Non ha nascosto l’emozione, Antonella Dodaro, invitata a salire sul palco del teatro Apollo dove gli studenti del Polo tecnologico Cilberto-Donegani avevano appena ricordato la storia di suo padre, Mario Dodaro, l’imprenditore cosentino ucciso nel dicembre 1982 per non essersi piegato al racket. Uno dei “giganti del vivere civile” ricordati in occasione della 15esima edizione di “Buon compleanno Dodò”. La manifestazione organizzata dall’associazione Dodò Gabriele in memoria della vittima innocente della strage ai campetti di Crotone e delle altre vittime di mafia. «Mio padre diceva sempre che di noi resteranno i nostri gesti», ha detto Antonella Dodaro, immaginando che ci sia «un paradiso» dove anche Mario Dodaro «festeggia il compleanno di Dodò».
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Toccante tra le testimonianze delle vittime innocenti, quella di Giovanni Laruffa. Era un vicesindaco comunista a Polistena nel novembre 1990, quando subì un attentato mafioso al quale sopravvisse. Ecco perché parla di una seconda vita iniziata 34 anni fa. Anche lui si è commosso assistendo alla rappresentazione-ricordo a cura degli studenti dell’istituto comprensivo “Margherita Hack” di Cotronei. «La battaglia contro la ‘ndrangheta si vince – ha detto – se diventa patrimonio collettivo». Emozionatissima anche Carmen Bertuccio, figlia di Antonio, il capocantiere ucciso in un agguato a Cittanova nel novembre 1986.
Le biografie ricordate dai ragazzi di quattro istituti scolastici coinvolti nella giornata della legalità sono quelle di vite spezzate dalla violenza mafiosa. Ma c’è anche quella «indifferenza che uccide più delle mafie». Come ha detto con determinazione uno dei ragazzini della scuola “Pizzuta” di Crotone, l’ex scuola di Dodò, impegnata nel ricordo di uno di quei “giganti del vivere civile”, Piersanti Mattarella. «In questa scuola c’è un alunno in più che vigila dalle nuvole», ha detto ancora quel ragazzino.
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