Giovanni Prestinice
2 minuti per la letturaLe parole di Giovanni Prestinice, 13 anni, Alfiere della Repubblica per l’impegno a difesa dei migranti: «Ai miei coetanei dico di battersi contro le discriminazioni»
CROTONE – «Non me l’aspettavo, anche perché, sinceramente, finora non sapevo neanche che esistesse questo riconoscimento di Alfiere ma pensavo ci fosse solo quello di Cavaliere. Io, poi, l’attività di volontariato non l’ho fatta per ottenere una premiazione, ma solo perché mi piace farlo ed è ciò che mi dice il cuore»: Così Giovanni Prestinice, 13 anni, ha commentato la sua nomina ad Alfiere della Repubblica da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Giovanni è volontario di Save the Children – Sottosopra di Crotone ed è, praticamente cresciuto, come sottolinea la madre Antonella, nell’ambito della solidarietà.
«Facendo parte del Movimento giovani di “Save the children Sotto sopra” Crotone, anche nella strage di Cutro abbiamo partecipato a vari incontri. Abbiamo partecipato alla manifestazione contro i morti nel Mediterraneo in cui erano presenti anche varie associazioni ed Ong, ad esempio Libera.
Oltre a questo abbiamo lavorato anche come volontari come nel camper della speranza, è un’iniziativa cominciata qualche anno fa dalla chiesa di Santa Rita a Crotone in cui abbiamo potuto dare, per qualche sera, un aiuto ai volontari di On the road, per distribuire un pasto caldo o delle coperte, durante l’inverno, alle persone che comunque hanno bisogno di aiuto».
GIOVANNI PRESTINICE, L’AZIONE SUL CAPO DEL NUOVO ALFIERE DELLA REPUBBLICA
Azione diretta sul campo, dunque, ma anche formazione: «abbiamo fatto vari workshop, sia in presenza che online con esperti. Si potevano scegliere i settori ed io ho scelto il tema migrazioni perché, ripeto, è sempre stato un tema molto caro, soprattutto per la realtà in cui vivo».
Alla domanda su cosa cambierà, per lui, adesso che ha ottenuto un così alto riconoscimento dalla più alta carica dello Stato, la risposta di Giovanni è stata pronta: «Non cambia niente. Ho una grande responsabilità in mano, però, quello che ho fatto fino ad ora lo continuerò a fare. Ovviamente, mettendoci anche, forse, più impegno di quello già messo in precedenza. Io mi considero un, tra virgolette, portavoce di queste persone».
Ma Giovanni è anche un ragazzo che condivide le stesse passioni con i coetanei: «mi piace molto guardare il calcio e, comunque, giocare ai videogiochi calcistici, ad esempio Fifa. A me piace molto la musica: faccio rap. Mi piace molto ballare ed ho anche altre passioni, soprattutto nell’ambito sportivo.
Chiamato, infine, a dare un consiglio ai suoi coetanei affinché condividano il suo impegno nel sociale, Giovanni ha detto: «Dico loro di non chiudere gli occhi, di non chiudere gli occhi e non abbassare la testa; di stare sempre con la testa alta e sempre con gli occhi aperti e dire ogni cosa che, a loro parere, non va bene. E – ha concluso – comunque di battersi contro ogni forma di discriminazione o di pregiudizio che incontrano. Questo è l’unico messaggio che vorrei dare ai miei coetanei».
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