Il consigliere comunale di minoranza, Giuseppe Russo
1 minuto per la letturaCIRO’ MARINA (CROTONE) – Chiamato in causa da tutte le parti per le frasi sessiste pronunciate nel corso della recente seduta consiliare, il consigliere comunale di minoranza, Giuseppe Russo, si difende: “Vi invito a tenere presente che io scelsi come argomento della mia tesi di laurea l’emancipazione femminile nel ‘900, esaltando la figura di Nilde Iotti, la prima donna eletta presidente della Camera in Italia, non posso essere considerato un maschilista”.
Perché allora ha invitato le donne a non candidarsi alla carica di consigliere comunale se hanno impegni familiari?
“Ho fatto un discorso sull’operosità, intendevo dire che, se c’erano in aula uomini o donne oberati da altri impegni e perciò desiderosi di chiudere velocemente i lavori consiliari, non avrebbero dovuto partecipare alla competizione elettorale dell’anno scorso, perché la politica richiede tempo e sacrificio”, risponde Russo.
“Il discorso – aggiunge – va inquadrato in quel particolare contesto, l’aula consiliare, e io stavo suggerendo al sindaco Ferrari di rivedere la sua Giunta”.
Per rafforzare la sua tesi difensiva, Russo evidenzia: “Ho due figlie e cinque nipotine, a casa mia sono in minoranza, ho sempre rispettato le donne e ho sempre avuto ottimi rapporti con le donne impegnate in politica a tutti i livelli, sono un buono, chi mi conosce lo sa”.
Ieri, dalle ore 13 alle 15,30, Russo ha interloquito in municipio con le due assessore, Crogliano e Marasco, e con le cinque consigliere comunali di maggioranza. “Con loro – assicura- ho già chiarito tutto”.
Quali le frasi incriminate pronunciate in aula da Russo? “Chi ha lasciato a casa i piatti da lavare, non si faccia eleggere consigliere comunale, chi ha lasciato i figli a casa non si faccia eleggere consigliere comunale, faccia la mamma di famiglia, perché la politica richiede tempo, è una cosa seria”.
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