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Il commissario del Pd crotonese Franco Iacucci

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Non è vero che il Pd sia destinato ad essere disgregato e diviso in mille pezzi. A Crotone è accaduto piuttosto una specie di miracolo. Le fazioni che fino all’altro giorno erano su posizioni contrarie hanno trovato un punto d’accordo: ora sono tutti uniti. Contro Franco Iacucci, però, il commissario provinciale del partito.

I malumori nascono da lontano e precisamente da un anno e mezzo fa quando il Pd, per la prima volta, non ha partecipato alle elezioni amministrative con un proprio simbolo. Sappiamo tutti com’è finita con il clamoroso successo del sindaco di Tesoro Calabria, Vincenzo Voce.

Ma le scorie evidentemente non sono state smaltite. Così è bastato che il commissario provinciale Iacucci, unitamente a quello regionale, Stefano Graziano, annunciassero l’imminente nomina per domani di un coordinamento provinciale e per venerdì l’assemblea provinciale per far scattare la protesta.

In 35 hanno firmato una dura missiva tutta contro il commissario accusato a diverso titolo di essere «risultato irreperibile quasi per un anno intero, mancando di rapportarsi con gli iscritti ed i rappresentanti del territorio», di «non aver esercitato il suo ruolo sin dall’estate precedente le elezioni amministrative crotonesi che, come noto, hanno visto la clamorosa assenza della lista del Partito Democratico».

«Con rammarico – continuano gli esponenti del Pd – dobbiamo constatare che nessun atto politico degno di questo nome è stato realizzato dal Commissario, e cioè da chi era incaricato di traghettare la Federazione alla sua piena operatività e alla costruzione di un nuovo corso».

«Per questi motivi, se si intende davvero parlare di riorganizzazione della Federazione del Partito Democratico di Crotone -si conclude la lettera – questo percorso non può che nascere da una nuova figura, che dovrà essere realmente attiva ed attenta a rapportarsi con il partito a livello locale. Un Commissario che faccia sentire la sua presenza costante e  sciolga le questioni politiche a lungo negate o irrisolte. Un Commissario che traghetti la Federazione, verso il congresso che finalmente darà la parola alle iscritte e agli iscritti».

Insomma tutti finalmente uniti, sia pure contro il commissario. Scorrendo l’elenco delle firme troviamo infatti sia la parte più vicina a Mario Oliverio sia personalità come Carolina Girasole, Sergio Arena e Gino Murgi che alle scorse regionali si erano candidate con Pippo Callipo. E ancora Pietro Secreti, Pepè Corigliano, Alessandro Giancotti, Antonio Barberio e Nicola Belcastro, Simona Mancuso e Sergio Contarino. Insomma se questa di Graziano doveva essere una mossa per ricompattare il partito in vista delle elezioni regionali, il tentativo pare essergli tornato indietro come un boomerang.

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Francesco Ridolfi

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