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Angelo Cofone, detto Frosparo: diventato popolarissimo sul web non è riuscito ad entrare nel consiglio comunale di Acri

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Ci mancano tanto, e dappertutto, consiglieri comunali (e non solo) capaci di grandi passioni per piccole e grandi battaglie

Peccato. Frosparo (al secolo Angelo Cofone) non ce l’ha fatta per pochissimi voti. Per una manciata di preferenze, il candidato di Acri diventato star del web a sua insaputa (così ha raccontato al Quotidiano, LEGGI L’INTERVISTA) non entra in consiglio comunale.

Peccato davvero, e non perché così non avremo modo in futuro di assistere a nuove puntate dello “show” che ha tanto divertito l’Italia (ci sta che con tutti i problemi che abbiamo non disdegnamo qualche risata, tanto per coprire l’amarezza che suscitano ben altri spettacoli con protagonisti politici e istituzionali di primissimo livello).

Peccato perché ci resta la curiosità di sapere (e l’illusione destinata a rimanere nel dubbio) se “Frosparo”, da eletto, avrebbe sostenuto con la ruspante passionalità che emerge dallo scorcio di comizio che ha fatto il giro del web (GUARDA IL VIDEO) le battaglie che da quel microfono e da quell’improbabile palco annunciava.

Bisogna fare un esercizio facile facile per ascoltare quelle sue parole depurate dalla patina di folklore alimentata dalla confessione pubblica dell’emozione che lo tradiva mentre cercava di esternare le sue idee. Un esercizio facile facile per mettere un filtro ed eliminare quell’intercalare espresso nella lingua dei suoi avi (senza spingersi indietro nella genealogia fino a rintracciare lingue auliche).

L’esercizio è il seguente: bisogna pensare che dopo sei mesi dal referendum sulla riforma costituzionale (bocciata dal popolo italiano), e dopo sei mesi dagli impegni manifestati da molti partiti politici (in perfetto italiano e con raffinatissimo modo d’esprimersi, s’intenda) che lasciavano pensare che davvero si sarebbe arrivati ad avere una nuova legge elettorale in cui i cittadini tornino a poter dire la loro, senza candidature blindate e schiaffi alla natura stessa delle elezioni, tanto per capirci, bene, dopo sei mesi, di “serio” ci sono solo chiacchiere.

Abbastanza amareggiati? Bene, si fa per dire, è il momento di riascoltare Cofone. Parla – e si capisce bene a dispetto dei tiri mancini dell’emozione – del problema della strada per Acri, di quello della soppressione del Cup (dove si prenotano le visite mediche e le analisi) e della scarsa manutenzione di due depuratori che, a suo dire, non funzionerebbero a dovere a scapito degli scarichi “sporchi” che finirebbero nel fiume Mucone. E per chi vive ad Acri, ma non solo, non dovrebbero essere proprio argomenti da riderci su.

Peccato. Sarebbe stato bello sapere se “Frosparo” avrebbe davvero sostenuto le sue battaglie con la veemenza che traspare dal personaggio che è diventato suo malgrado. Ci mancano tanto, e dappertutto, consiglieri comunali (e non solo) capaci di grandi passioni per piccole e grandi battaglie.

Di comici, invece, ne abbiamo già tanti. E di show a costo zero ancora di più. 

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