Giovanni Notarianni
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Chi meglio di lei, che vive da tempo sotto scorta per aver denunciato il racket, può confermare i dati di Demoskopica. Il fatturato delle mafie del turismo è di oltre tre miliardi, la metà dei quali vanno alla ‘ndrangheta…
- 2 Cosa si può fare per sostenere chi denuncia?
- 3 Questo sistema impositivo delle estorsioni si può scardinare. Lei, in fondo, ne è la dimostrazione…
Il vicepresidente di Federalberghi Calabria Giovanni Notarianni commenta i dati di Demoskopica su mafie e turismo: «Non lasciare solo chi denuncia»
CUTRO – Il vicepresidente regionale di Federalberghi Calabria, il lametino Giovanni Notarianni, è un testimone di giustizia. Vive sotto scorta dopo aver denunciato il sistema estorsivo che vessava il villaggio turistico Porto Kaleo di San Leonardo di Cutro, di cui è titolare. Ha fatto arrestare e condannare boss e gregari delle cosche Grande Aracri e Mannolo, che imponevano da decenni una cappa asfissiante sull’economia turistica di una vasta zona. Poi altri imprenditori hanno seguito il suo esempio e hanno trovato anche loro il coraggio di denunciare. Il vicepresidente regionale di Federalberghi, Notarianni, commenta i dati di Demoskopica secondo cui la ‘ndrangheta ha il primato nel rapporto mafie e turismo e invita a non lasciare solo chi denuncia.
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Chi meglio di lei, che vive da tempo sotto scorta per aver denunciato il racket, può confermare i dati di Demoskopica. Il fatturato delle mafie del turismo è di oltre tre miliardi, la metà dei quali vanno alla ‘ndrangheta…
«Il dato è reale perché da tanti anni le cosche investono fiumi di denaro nel turismo per ripulire i soldi sporchi. Accade da decenni. Ne abbiamo avuto le prove. Le cosche erano così rapaci da controllare qualsiasi iniziativa turistica in molte zone della Calabria, già dagli anni Ottanta. In alcune aree il turismo sta riprendendo a crescere, in altre aree stenta anche a causa delle problematiche post Covid. L’infiltrazione mafiosa è agevolata là dove le imprese sono in difficoltà».
Cosa si può fare per sostenere chi denuncia?
«Le amministrazioni comunali devono stare vicino alle imprese che denunciano. Devono sostenerle, perché l’economia è sul territorio. Ritengo sia importante trovare soluzioni a posizioni ingarbugliate prendendo atto che il dissesto di questo territorio è causato da chi condizionava l’economia turistica. E ritengo sia necessaria un’apertura importante con premialità per chi denuncia e si oppone alla pervasività della criminalità organizzata. Lo Stato deve proteggere e tutelare questo tipo di imprese che hanno contribuito a scardinare il giogo mafioso».
Questo sistema impositivo delle estorsioni si può scardinare. Lei, in fondo, ne è la dimostrazione…
«Abbiamo fatto da apripista. Altri hanno trovato lo stesso coraggio e la stessa forza dopo il nostro esempio. Certo che se ne può uscire. Ma non deve finire con le denunce, gli arresti e le condanne. Tutto ciò deve essere un punto di inizio per un cambiamento culturale e anche per chi gestisce la cosa pubblica».
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