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Il Sin (sito di interesse nazionale) di Crotone

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Bonifica, il Ministero approva il progetto Eni Rewind, le scorie resteranno a Crotone; Voce annuncia il ricorso al Tar assieme alla Regione e quasi certamente alla Provincia


CROTONE – Un’altra beffa per Crotone. Dopo 70 anni di industrializzazione selvaggia le scorie resteranno nell’ex capitale industriale della Calabria. Il ministero dell’Ambiente concede un mese di tempo alla Regione per eliminare il divieto di smaltimento in Calabria. E sembra essere, per il momento, inascoltato (nel senso che non ci sono state comunicazioni pubbliche) il sindaco, Enzo Voce, che, nell’annunciare ricorso al Tar contro il decreto con cui il Ministero ha approvato il progetto di Eni Rewind per il conferimento dei rifiuti pericolosi presso gli impianti di Sovreco (LEGGI LA NOTIZIA), la mega discarica del gruppo Vrenna, auspicava che la stessa scelta sia seguita dagli altri enti oppostisi, in sede di Conferenza di servizi, alla scelta della multinazionale.

I dubbi del sindaco Voce nascono, da una prima lettura del provvedimento, in relazione al travisamento dei fatti, alla illogicità delle scelte, alla ingerenza in un procedimento di competenza della Regione che dovrebbe rimuovere il vincolo al Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale). Voce solleva dubbi anche circa la previsione di uno «scouting postumo da condurre da parte della società il cui esito appare già scritto». Lo scouting, sempre secondo Voce, dovrebbe essere condotto «non solo preliminarmente, ma dalle istituzioni coinvolte e non dalla società». Ne abbiamo parlato col primo cittadino di Crotone.

Sindaco Voce, Provincia e Regione ricorreranno al Tar facendo fronte compatto col Comune o resterà solo?

«La Regione farà ricorso al Tar e quasi certamente lo farà anche la Provincia. Subito dopo la notifica del decreto, abbiamo avviato contatti con gli altri enti territoriali. Seguo le conferenze di servizi da una quindicina d’anni, mai gli enti locali sono in disaccordo sulle scelte da compiere nei territori. Ma il Ministero va in direzione ostinata e contraria alle scelte degli enti locali».

Cosa non la convince del decreto?

«Il decreto separa le bonifiche. Riguarda soltanto i rifiuti di pertinenza di Eni, ossia i rifiuti speciali pericolosi contenenti metalli, e non dice nulla sui rifiuti più pericolosi, ossia quelli contenenti tenorm e/o amianto, di competenza di Edison. Ma soprattutto ci sono incongruenze sullo scouting. Non è stato fatto scouting serio in Italia, figuriamoci all’estero. Per esempio, a Ispra era stato dato mandato di verificare la disponibilità di discariche per tenorm e amianto, invece nel decreto si parla soltanto di rifiuti speciali pericolosi contenenti metalli. L’accordo era che i siti industriali dismessi avrebbero dovuto essere messi in sicurezza, invece parte dei veleni col Pob fase 2 resteranno sul sito di Pertusola e i rifiuti delle discariche a mare andranno a Sovreco».

Il decreto fa riferimento a un’impossibilità tecnica di reperire siti idonei, specie all’estero, trattandosi di ingenti quantitativi di rifiuti da trasportare…

«Nessuno ha fatto uno scouting serio. A me risulta che vi siano discariche idonee in Paesi Ue come Norvegia, Svezia e Austria. Anche se alcuni broker mi hanno fatto perdere qualche settimana di tempo dopo avermi dato disponibilità. Ma ora si impone alla Regione di rivedere il Paur col quale Eni era obbligata a portare i rifiuti fuori dalla Calabria».

Il Pd ha attaccato sia lei che Occhiuto per il Piano regionale dei rifiuti. Occhiuto dopo il voto esultava sostenendo che Crotone non sarebbe stata la pattumiera della Calabria…

«Ringrazio Occhiuto per aver detto no a Crotone pattumiera della Calabria. Se avessimo avuto in passato un fattore di pressione come quello attuale, non sarebbero stati fatti ampliamenti di un solo metro cubo. In passato sono stati fatti in continuazione ampliamenti. Col fattore areale si mette fine agli ampliamenti. Il Pd ha partecipato in passato alle commissioni, ha avuto la possibilità di presentare osservazioni, non ha fatto nulla e ora piange sul latte versato. Ma tutto questo conta ben poco nei Sin. Come si è visto. Il Ministero, se vuole decidere una cosa, supera Piani regolatori, Psc, perfino, come è accaduto, il Piano regionale dei rifiuti».

Il commissario straordinario Errigo difende a spada tratta la scelta del Ministero e dice no a «omissioni e ostruzionismi» per motivi di salute pubblica. Sembra una frecciata in vista dell’annunciato ricorso al Tar…

«Ci opporremo. Quando si va al Tar si evidenziano criticità, non si fa ostruzionismo. Non è il Ministero che può imporre di modificare il Paur, vediamo cosa dice il giudice. Fino a tre giorni fa Errigo ha detto che avrebbe convocato una riunione col direttore generale del Ministero, ma evidentemente conta poco pure lui. L’ho sollecitato a fare scouting e non lo ha fatto».

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