"L'appello" dei parlamentari calabresi alla manifestazione di protesta di Crotone
3 minuti per la letturaI parlamentari eletti in Calabria assenti alla protesta dei lavoratori della Abramo di Crotone, ma si può ancora fare qualcosa
QUESTA volta l’avete fatta grossa, onorevoli parlamentari, senatori e deputati, della Calabria: eravate stati invitati dai lavoratori e dai sindacalisti dell’Abramo a prendere parte alla manifestazione di ieri mattina davanti al Comune di Crotone. Nessuno di voi 19, di tutti i partiti: (Fdi, Lega, Fi, M5S, Pd) è riuscito a venire. Tutti, lo immagino, avranno avuto qualcosa da fare. Di importante, certo. Ma di meglio? No, non riesco a pensare a nulla di meglio, per un rappresentante dei cittadini eletto a Montecitorio o a Palazzo Madama, di prendere parte a una manifestazione che riguarda la vertenza più importante e più grave che la Calabria sta vivendo. Sono 1.080 posti di lavoro, mille e ottanta famiglie di Crotone, Montalto Uffugo e di Settingiano che dalla fine d’agosto rischiano di restare senza impiego e senza stipendio.
Scusate, ma ha fatto bene il sindacalista della Uil, Fabio Tomaino a chiamare, uno per uno i vostri nomi al microfono e la gente (tante voci di giovani e di donne) rispondeva, quasi divertita: “Assente” (GUARDA IL VIDEO). Dico quasi divertita perché l’appello di voi (almeno ieri) “fantasmi della politica” aveva un che di liberatorio e di ironico per chi, sotto il sole, in piazza della Resistenza, ha trovato questo modo per continuare a resistere. Certo, Vittoria Baldino (M5S) ha almeno mandato una breve nota di sostegno. E il governatore Roberto Occhiuto, ventesimo chiamato da Tomaino (il suo “assente” è stato un boato) ieri sera si è fatto vivo. Ma oggi non vi si accusa (figuriamoci) di non esservi mai occupati di Abramo. Lo sappiamo che ci sono state interrogazioni, che i tavoli sindacali di trattativa sono stati aperti anche grazie a voi, che Occhiuto è intervenuto più volte. Ma nella politica e, massimamente, nelle vertenze sindacali che comportano le lacrime e il sangue di chi perde il lavoro, c’è anche un tema di umanità, di vicinanza.
Ci avete pensato, nei giorni scorsi, quando leggendo i giornali, i siti, i social, avete saputo che quei mille disperati vi avevano chiesto di andare a trovarli, di portare la solidarietà di chi, due anni fa ha chiesto (lì c’eravate sempre) il loro voto? Non vi è venuto in mente di mettervi d’accordo almeno a livello di partito? Sareste venuti in cinque, ma la gente avrebbe capito, vi avrebbe applaudito e si sarebbe sentita confortata dalla vostra presenza. E non si tratta, in questo caso, di passerelle demagogiche “per farsi vedere”, ma di esprimere, con la vostra presenza fisica, un impegno e una vicinanza. Anche perché il tempo che resta è poco, le proroghe non bastano più e quando tutto crollerà la Calabria avrà 1.080 posti di lavoro in meno e quattro/cinquemila persone (molti bambini) che non andranno in giro a parlar bene della politica economica e sociale del governo e delle opposizioni. Sì, perché, questa volta, ci siete tutti alla gogna: chi di voi sostiene il governo, perché le soluzioni non arrivano e chi lo osteggia perché l’opposizione si fa anche così: andando in piazza con i cittadini feriti e sofferenti.
Avete sbagliato, è indubitabile. Ma, anche i parlamentari hanno diritto a una seconda chance nella vertenza Abramo. Cosa potete fare? Li abbiamo visti i parlamentari del Pci, della Dc, del Psi (quelli del Msi, allora, non lo facevano) andare in piazza in tutte le regioni, tanti anni fa, con i lavoratori e mettersi d’accordo, tra maggioranza e opposizione per risolvere vertenze importanti: Fincantieri, Fiat, Breda, Italsider, Ansaldo, avete presente? Erano parlamentari di partiti avversari come lo siete voi, ma sulle vertenze che mettevano a rischio i posti di lavoro della loro regione, si battevano attaccando i fatti e le imprese e cercando di farlo insieme e ciascuno dal suo punto di vista. E’ possibile, oggi, trovare questa unità calabrese? E’ possibile che i 19 “fantasmi” di Crotone, trovino la forza e l’unità (tanto le elezioni sono lontane) per risolvere questo disastro economico e sociale?
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