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Il Mise fa pressioni su Eni per avviare la bonifica dell’area Sin di Crotone ma quest’ultima rilancia e scarica tutte le responsabilità sulla Regione Calabria


CROTONE – Tra diffide, richiami e precisazioni, i nodi dell’avvio degli scavi della bonifica del Sin di Crotone stanno venendo al pettine. Dopo discussioni durate trent’anni, o giù di lì, sono comparse delle date precise su documenti ufficiali, da parte del Ministero per la tutela ambientale e da parte di Eni.

In un carteggio tra il dicastero e la società che deve provvedere alla bonifica, viene evidenziato che il mese di ottobre dovrebbe essere decisivo, almeno per ciò che concerne l’avvio.
Andando per ordine, il Mase ha scritto di recente all’Eni confermando l’obbligo e diffidandola ad «avviare le attività di bonifica nel rispetto del vincolo regionale, mettendo in opera tutte le attività necessarie a gestire il deposito temporaneo dei rifiuti anche, ove assolutamente necessario (nell’impossibilità di utilizzare la struttura del deposito preliminare esistente), mediante l’allestimento di una nuova area nel rispetto di tutti gli obblighi di legge». Ed avverte che «stante il primario interesse all’avvio delle attività di bonifica, che costituisce obbligo di legge nel rispetto del principio chi inquina paga, la presente è trasmessa alla competente Procura della Repubblica di Crotone qualora perdurasse l’inerzia della Società Eni Rewind»..

BONIFICA CROTONE, LO SCONTRO TRA ENI E REGIONE

In precedenza aveva fatto altrettanto alla Regione, chiedendo, con il decreto dello scorso 1 agosto, di rimuovere il vincolo Paur che impedisce di portare i rifiuti pericolosi che verranno estratti dal Sin a Crotone.
Dal canto suo, l’Eni, quasi risentita, si dice sorpresa di questa diffida ed ha risposto a stretto giro, facendo presente che proprio il sito di Crotone, quello di Sovreco, come appurato, è l’unico capace di ospitare tale tipologia dei rifiuti.

Per la Regione la data stabilita per rimuovere il vincolo era l’1 settembre, ampiamente passata; il vincolo, però, resta dov’è. E così vogliono che sia anche i diversi comitati territoriali che da tempo si oppongono al progetto Eni di smaltire in loco tali rifiuti.
In pratica, l’Eni, proprio in vista dell’avvio dei lavori, aveva realizzato degli appositi depositi preliminari, che consentono di mantenere i rifiuti al massimo per un anno, prima di essere portati in discarica. Tali tipi di deposito, per i quali ha già speso sei milioni di euro, quindi, assicurano alla società maggiore flessibilità. Depositi approvati in sede di conferenza di servizi, ma la Regione, nell’occasione, ha posto il vincolo che i rifiuti che vi venivano momentaneamente posti, venissero, poi, portati fuori regione. Per superare l’impasse, il ministero ha chiesto ad Eni di comunicare alla Regione la trasformazione di tali depositi da preliminari in temporanei. Questo perché, permettendo questi ultimi di far stazionare i rifiuti per soli tre mesi prima del trasporto nella discarica, non hanno bisogno di alcuna autorizzazione regionale.
Resta, però, il fatto che la Regione, in tal senso, può esprimere la sua contrarietà, ma deve motivarla.

ENI E LA RICHIESTA DI DICHIARARE CHE NON ESISTONO MOTIVI OSTATIVIAD USARE LA SOVRECO

Così, l’Eni, pur non condividendo questa nuova richiesta del Ministero, nella sua lettera scrive: «A fronte della diffida del Ministero (…) Eni Rewind tuttavia chiede, con la presente, alla Regione Calabria “in qualità di Autorità che ha rilasciato il Paur” di confermare espressamente “nelle more della rimozione del vincolo e con salvezza del Paur medesimo” entro il 10 ottobre 2024 che “non (sussistono) motivi ostativi a utilizzare la struttura esistente per il deposito preliminare D15 dei rifiuti pericolosi […] per il deposito temporaneo di rifiuti pericolosi, e nel rispetto della normativa settoriale” in modo da poter avviare gli scavi entro il mese di ottobre 2024 con conferimento finale dei rifiuti pericolosi presso la discarica Sovreco di Crotone».

Eni Rewind, poi, precisa di «aver avviato lo scorso mese di giugno le procedure selettive per l’assegnazione dei contratti per lo smaltimento in discarica dei rifiuti non pericolosi e procederà alla sottoscrizione dei relativi contratti nel mese di ottobre».
Comunica in merito di aver «ricevuto offerte da 7 operatori economici che soddisfano complessivamente il fabbisogno della bonifica con varie discariche nazionali localizzate in regioni diverse dalla Calabria, come comunicato con lettera del 24 settembre scorso».

IL CASO DEI RIFIUTI PERICOLOSI

In merito, poi, ai rifiuti pericolosi, «confermata anche in sede di Conferenza dei servizi l’assenza di discariche nazionali alternative a quella di Crotone e in costanza del divieto dell’uso di discariche in Calabria previsto dal Paur, la Scrivente aveva comunicato di attendere l’avvio della modifica del Paur per definire con Sovreco impegni vincolanti pluriennali coerenti con i fabbisogni derivanti dal cronoprogramma aggiornato della bonifica».

Inoltre, Eni comunica che ha «inviato a Salvaguardia Ambientale S.p.A, società con cui ha in corso un contratto per smaltire presso Sovreco rifiuti pericolosi (utilizzato attualmente per conferire i rifiuti pericolosi da bonifiche eseguite in altre regioni), la comunicazione funzionale all’avvio degli scavi nei termini prescritti».
Infine, la società ribadisce che non ritiene fattibile l’ipotesi di creare dei depositi ex novo, sia per i tempi necessari (almeno due anni) e per lo spazio richiesto, che creerebbe nuovi problemi per la bonifica stessa.

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