Diego Zurlo, presidente di Confagricoltura Crotone
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Emergenza lingua blu: parla il presidente di Confagricoltura Crotone «Per salvare gli allevamenti ovini abbiamo le ore contate»
CROTONE – «Per far fronte alla grave situazione della diffusione della lingua blu negli allevamenti del crotonese, non ci sono i giorni, ma le ore contate, altrimenti di capi di ovini non ne resteranno più». Questo il pensiero di Diego Zurlo, presidente di Confagricoltura Crotone sull’emergenza creata con la decimazione degli allevamenti.
«La situazione – continua Zurlo – è grave, se si pensa che sono coinvolti un numero di capi di ovini molto alto, con alcuni greggi che finora hanno avuto perdite pari al 50% dei capi. Gli allevatori, dal canto loro, stanno facendo la disinfestazione sia ambientale che sugli animali, con repellenti cutanei, ma ciò serve relativamente».
Sollecitato, poi, sul come si possa essere arrivati a questa situazione di emergenza sul territorio, il referente di Confagricoltura Crotone ha risposto: «Possono aver inciso anche le condizioni climatiche di caldo umido e la siccità che ha favorito la diffusione dell’insetto che è il vettore della malattia degli animali».
LINGUA BLU: LA FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI
La febbre catarrale degli ovini (detta anche “lingua blu” o blue tongue), infatti, è una malattia virale trasmessa da insetti vettori che colpisce ruminanti domestici e selvatici come pecore, capre, bovini e cervidi e trasmessa agli animali tramite le punture di alcuni moscerini del genere Culicoides.
«Così come – prosegue Zurlo – si ha un effetto moltiplicatore della diffusione anche in zone umide e con acque stagnanti. La sua diffusione non riguarda, in realtà, solo la Calabria, ma anche altre regioni».
Precisa, poi, che l’insetto colpisce anche gli altri ruminanti, ma «nel caso degli ovini, spesso, è mortale, e può portare alla morte del capo nell’arco di tre giorni. Si tratta di una malattia che non si può trasmettere all’uomo e non crea neanche problemi nella trasmissione nel latte e, quindi, nei formaggi».
ZURLO: A CAUSA DELLA LINGUA BLU I CAPI NEGLI ALLEVAMENTI SI DIMEZZANO
Per il dirigente di Confagricoltura, poi, «il problema nasce dal fatto che se gli allevamenti si dimezzano in termini di capi, vengono persi tutti i sacrifici fatti negli anni, anche in termini di perdita del patrimonio zootecnico e genetico».
Ed ancora, a suo dire, altro problema concreto è quello dei costi di smaltimento degli animali morti. In questo senso stanno arrivando le ordinanze dei singoli sindaci, dopo la riunione che si è svolta sul tema nei giorni scorsi insieme all’Azienda sanitaria provinciale.
Per Zurlo, così come richiesto dai sindaci stessi, l’adozione dello stato di emergenza consentirebbe di accelerare le procedure amministrative e le lungaggini burocratiche, anche per i tempi dell’emergenza che mal si conciliano con i tempi della politica e della burocrazia.
«Serve subito – aggiunge il rappresentante di Confagricoltura – una disinfestazione, e l’Asp di Crotone ha preso l’impegno di fare quella perimetrale agli allevamenti. All’interno, poi, provvedono gli allevatori».
LINGUA BLU, UN’AMPIA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE NEGLI ALLEVAMENTI DI CROTONE
Dopo la disinfestazione, l’azione da fare subito è quella di una ampia campagna di vaccinazione degli animali, considerato che questa malattia negli allevamenti circola in zona, ormai dal 2000.
Per Zurlo «dal 2000 sul territorio è stata fatta una campagna di vaccinazione nel 2007 e 2008 ma, poi, più nulla. Servirebbe, qui un apposito bando da parte della Regione Calabria per aiutare gli allevatori».
A suo parere, infatti, se un privato fa una richiesta di vaccini, per i bassi numeri, trova delle resistenze da parte dei fornitori. «Se, invece – continua – gli ordini li fanno gli enti e per quantità copiose, allora il discorso cambia. Il costo del vaccino si aggira tra i 5 e i 6 euro a dose e poi ogni allevatore sceglierà se vaccinare o meno i suoi capi. La Regione, però, deve intervenire per salvaguardare il patrimonio zootecnico locale».
Ribadisce, Zurlo, la necessità di agire con urgenza, poiché «se la diffusione continua, mentre si discute e si ragiona, si rischia che in poco tempo non resterà più nulla negli allevamenti, abbiamo le ore contate».
L’INTERLOCUZIONE TRA PROVINCIA E REGIONE
Il tal senso, anche la Provincia di Crotone si sta muovendo, avendo avviato il presidente Sergio Ferrari una serie di interlocuzione con la Regione, sia a livello politico che dirigenziale.
Confida, Zurlo, che con la campagna di vaccinazione il virus potrà rallentare «così come può contribuire il fatto che le temperature stanno cambiando e non c’è più quel caldo umido che c’è stato finora».
Un altro elemento messo in evidenza dal referente crotonese di Confagricoltura è che «per un allevatore, con la morte di un capo di ovino, oltre alla perdita secca, ce ne sarà un’altra in prospettiva per i seguenti 8 mesi. Ci sarà, infatti, la perdita dovuta alla mancanza del latte che l’ovino non potrà più produrre, così come verrà meno anche la materia prima per realizzare il nostro meraviglioso formaggio pecorino».
A suo parere, adesso le cose più urgenti da fare, con l’intervento fattivo della Regione, sono programmare campagne vaccinali e finanziare la ristrutturazione del patrimonio zootecnico e genetico perso.
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