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CROTONE – «Non sappiamo di che morte dobbiamo morire»: è lapidario Aldo Luciano, presidente del Consorzio di Tutela Igp Finocchio di Isola Capo Rizzuto, in merito al problema della siccità che sta attanagliando l’intero territorio del Crotonese. Sottolinea lo stesso Luciano che «stiamo avendo l’acqua razionata per tre giorni alla settimana. Abbiamo chiesto ufficialmente come consorzio, con una Pec al commissario straordinario del Consorzio di bonifica della Calabria Giacomo Giovinazzo, di farci almeno una proiezione per quanto riguarda l’organizzazione della prossima campagna autunnale, per il finocchio ed altre colture. Ancora, purtroppo, non abbiamo avuto una risposta. È una situazione molto incresciosa». Su cosa comporta questa scarsezza d’acqua per i raccolti, il presidente Luciano ha aggiunto: «comporta che faremo una produzione che non riesce a coprire i costi. Parlo del pomodoro, del peperone, dell’anguria. Per quanto riguarda le colture estive, questa scarsezza d’acqua ci porta ad accumulare ulteriori passività su passività, con la conseguenza che stiamo andando verso un punto di non ritorno».

In merito dice anche che è stato contattato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gallo, per chiedere a che punto sono le pratiche «per eccesso termico che abbiamo presentato tra febbraio e marzo. Gli ho detto anche che stiamo procedendo per attivare la ristrutturazione dei debiti. Però, è importante capire i tempi tecnici necessari per la risoluzione di questa richiesta ufficiale da parte del comprensorio crotonese per il ristoro che tutti quanti aspettiamo, visto il disastro che abbiamo avuto nella stagione passata. E’ una situazione abbastanza difficile da mantenere e gestire».

Il presidente del Consorzio finocchio Igp di Isola Aldo Luciano

Sul fronte della produzione del finocchio, poi, puntualizza che «noi siamo già in un tema di programmazione, quindi, ordine dei mezzi tecnici, piantine, antiparassitari, mezzi della nutrizione. Non sappiamo come regolarci perché ancora non ci ha risposto il commissario. Non sappiamo che tipo di programmazione, di prospettiva avremo per affrontare la prossima campagna. Non si ordinano oggi le piantine per trapiantarle domani; devo ordinarle almeno 50 giorni prima. Ed è per questo che stiamo aspettando una risposta ufficiale affinché possiamo muoverci un po’ con un dato di fatto, nel senso che, anziché mettere 10, mettiamo 5, mettiamo 4. Dobbiamo avere una proiezione di quelle che sono le disponibilità della risorsa idrica. Aspetteremo ancora qualche giorno – continua Luciano – dopodiché un gruppo di imprenditori del consorzio chiederà un incontro con il commissario Giovinazzo per capire come mai questa risposta si fa ancora attendere. Loro hanno dei numeri, hanno la proiezione, hanno lo storico, possono dirci anziché trapiantare 100, noi vi suggeriamo di trapiantare 10, 20, 30. Però, ce lo devono dire. Non possiamo pensare, immaginare di rimanere senza acqua. Se no, che fine facciamo? Come facciamo a andare avanti per onorare quelli che sono gli impegni finanziari che abbiamo purtroppo già preso per poter andare avanti con le attività? Tutto qua».

«È una situazione abbastanza drammatica – insiste Luciano – stiamo cercando di resistere, soprattutto dopo aver fatto un percorso importante per il riconoscimento dell’Igp e la realizzazione di questo marchio. Stiamo cercando di resistere, di non abbandonare e andare via». E che la siccità abbia raggiunto livelli record nel Crotonese, con la penuria d’acqua che sta mettendo alla prova i comuni, che non riescono ad assicurare neanche la normale erogazione nelle case per l’intera giornata e facendo turnazioni. Il problema è ancora maggiore sul versante dell’agricoltura, e prova ne sia il fatto che recentemente Coldiretti Calabria ha chiesto alla Regione l’attivazione della dichiarazione dello stato di calamità naturale nel Crotonese La richiesta, per il presidente regionale Franco Aceto, nasce proprio «a causa della siccità record che si sta registrando su tutto il territorio provinciale. Dopo la scarsità dei raccolti, che hanno più che dimezzato i redditi degli agricoltori l’estate bollente, con temperature che non accennano a diminuire, e l’assenza totale di precipitazioni hanno creato un mix esplosivo nelle campagne del Crotonese».

Non a caso, evidenzia Coldiretti «giungono dal territorio accorate segnalazioni secondo le quali, a causa delle alte temperature, si riscontrano scottature da eccessivo caldo a pomodori, melanzane, peperoni e angurie su una superficie che si stima superiore ai duemila ettari». Da ciò la richiesta all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ed al direttore del Dipartimento, Giuseppe Iiritano, «di intervenire per accertare i danni e delimitare le aree colpite, in modo da consentire il riconoscimento dello stato di calamità». Proprio per la carenza d’acqua e per razionalizzare, intanto, continuano i controlli a tappetto tra il Consorzio di bonifica e l’Arma dei carabinieri per rilevare gli allacci abusivi. Anche perché il problema dell’acqua si sta facendo sentire anche nelle case dei cittadini, costretti in molti comuni, alla turnazione.

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