X
<
>

Il presidio sanitario di Campizzi

Share
3 minuti per la lettura

Quadro critico per la sanità crotonese: sui disturbi mentali il sistema è al collasso. La lettera di un cittadino: liste d’attesa infinite e personale al lumicino


CROTONE – E’ un quadro assai critico quello che un cittadino, Giuseppe Tuminelli, rappresenta alle autorità ministeriali, regionali e locali del sistema di assistenza ai pazienti con disturbi mentali nel crotonese.
Un sistema che, sottolinea, si trova «in condizioni critiche, con migliaia di pazienti lasciati in situazioni di grave abbandono».
Per la precisione, scrive, si tratta di «oltre 12.000 pazienti assistiti e distribuiti nei Centri di Salute Mentale (Csm) di Crotone, Mesoraca e Cirò Marina». Nella nota inviata a tutte le autorità sul fronte sanitario, viene anche evidenziato che «l’impatto di queste carenze/criticità riflette direttamente sulle condizioni dei pazienti e sulla qualità dei servizi».

Criticità e disagi che sono dettate da «liste d’attesa sempre più lunghe e viaggi per raggiungere i centri, infatti i pazienti nel sapere, anzi “nel non sapere” quando sarà la prossima visita porta in loro sfiducia e senso di difficoltà». A cui si aggiungono, inoltre, anche la «qualità delle cure compromessa: Il sovraccarico di lavoro riduce la possibilità di offrire assistenza adeguata, con prestazioni che rischiano di diventare insufficienti».
Per tacere, poi, del «personale in stato di sovraffaticamento: Gli operatori sanitari si trovano a lavorare in condizioni estreme, spesso portandoli al rischio da “stress correlato da lavoro”».

Tuminelli, sottolinea, ancora, come «dette situazioni portano nei pazienti delle sofferenze mentali, dei disagi psichici, accompagnate da paure e dallo stigma dell’incurabilità, le persone con disturbi mentali nella loro psiche vedono nell’ambulatorio, nello psichiatra e negli assistenti “un’ancora” che mette al sicuro il loro essere, ma se questo non avviene si sentono abbandonati… alla deriva e di conseguenza può condurli ad una cronicizzazione di questi sintomi, ad un peggioramento nel tempo del loro stato mentale e soprattutto il rapporto di assunzione dei farmaci».

E parla e scrive, lo stesso Tuminelli, da testimone diretto, considerato che ad essere in cura è sua moglie, sottolineando il profondo coinvolgimento dell’intera famiglia. Altro elemento sottolineato è la disponibilità trovata «nel centro di salute mentale di Mesoraca, nello psichiatra e nel suo staff che con fatica e tanta pazienza riescono comunque a dare il meglio. Dalla mia esperienza posso dire che nell’ambulatorio effettuano visite/sedute psichiatriche ad almeno 6 pazienti al giorno nonché altrettanti a domicilio sei giorni a settima».

Rimarca, però, che «la situazione d’emergenza rimane comunque: può un solo psichiatra seguire 2.000 pazienti? Può uno psichiatra o un infermiere svolgere pratiche da impiegato amministrativo? Può un solo impiegato amministrativo gestire le pratiche personali di circa 2.000 pazienti?». E conclude: «Da semplice cittadino vorrei portare all’attenzione a trovare una celere soluzione per salvare un servizio già sanguinante e lacunoso di organico. Servono risorse, servono psichiatri, infermieri e amministrativi da spalmare nelle tre sedi provinciali; servono condizioni migliori di lavoro e di sicurezza, serve cooperazione e collaborazione tra gli Enti competenti e solo così si potrà ambire ad una sanità a misura di cittadino specialmente per i pazienti che soffrono di disturbi mentali».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE