Assistenza domiciliare
INDICE DEI CONTENUTI
Inammissibile il ricorso degli allettati per l’assistenza domiciliare a Crotone. I giudici: «Si rivolgano all’Asp», che però l’ha tagliata
CROTONE – Sembra un paradosso. Secondo il Tar della Calabria, una ventina di pazienti con gravi patologie senili, affetti da malattie croniche e assolutamente non autosufficienti, non sono “legittimati” a fare ricorso in seguito ai tagli dell’Asp di Crotone all’assistenza domiciliare. Il loro ricorso è stato, infatti, dichiarato inammissibile. Titolari della “legittimazione” sono, sempre secondo il Tar, le strutture convenzionate, destinatarie dei provvedimenti impugnati (nella fattispecie Life e centro San Giuseppe), che erogavano le prestazioni tagliate dall’Asp. Gli esclusi dalle prestazioni, però, «potranno rivolgersi direttamente all’Asp di Crotone, la quale sarà tenuta a dare riscontro, motivatamente, alle loro istanze», è detto ancora nella sentenza emessa dal collegio presieduto da Ivo Correale (estensore Federico Baffa).
Il PARADOSSO
Il problema è che questi pazienti si curavano presso le strutture private accreditate a cui l’Asp ha già intimato di non accettare nuove prese in carico e di non erogare prestazioni in proroga al superamento del budget assegnato. Dalla scorsa estate le conseguenze sono state devastanti per centinaia di famiglie che hanno dovuto sopportare drastiche riduzioni di un servizio fondamentale, peraltro in assenza di pareri medici. Per questo i pazienti erano stati costretti a rivolgersi al Tar per chiedere la sospensiva dei provvedimenti. Adesso dovranno fare ricorso anche al Consiglio di Stato. Il Tar intanto dice loro di rivolgersi all’Asp.
Ma è proprio l’Asp che ha già ridotto il monte ore di operatori socio-sanitari che assicuravano l’igiene personale, di fisioterapisti che si occupavano della loro riabilitazione, di infermieri che praticavano infusioni venose e prelievi ematici. L’Adi pubblica, infatti, a Crotone eroga soltanto prestazioni di primo livello e non di secondo e terzo, non disponendo delle figure professionali previste per i livelli superiori.
CURE NEGATE
L’Asp precisava, nei provvedimenti impugnati, che avrebbe preso in carico gli eventuali pazienti bisognosi di proroga di assistenza esclusi dal budget. Ma così non è stato. Alcuni di coloro che non usufruiscono più del servizio sanitario domiciliare hanno visto aggravarsi le proprie condizioni di salute col venir meno della continuità assistenziale. I ricorrenti, del resto, hanno tutti gravi malattie. Parliamo di pazienti con arti inferiori amputati per cancrena diabetica, affetti da decadimento cognitivo grave, tetraparesi spastica, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, demenza senile, lesioni da decubito, trauma cronico commotivo, gravi traumi distorsivi con compromissione midollare, schizofrenia, deficit grave della deambulazione a causa di ictus. Patologie che renderebbero necessaria un’assistenza sanitaria continua e quotidiana, per come attestato dalle Schede di valutazione multidisciplinare (Svama) predisposte dalla competente Uvm (Unità di valutazione medica) dell’Asp di Crotone, tutte allegate alle istanze approdate al vaglio dei giudici amministrativi.
NUOVI RICORRENTI
La dotazione di personale per l’erogazione delle prestazioni di Adi, già prevista dal Dca 144/2018, indica la presenza indispensabile dell’oss e del fisioterapista per le cure di secondo e terzo livello. Gravissime condizioni di salute non sono state prese in considerazione nonostante quanto documentato nelle schede di valutazione e nonostante richieste di medici di base e di direttori sanitari delle strutture accreditate, secondo quanto affermano nel loro ricorso gli avvocati Claudia Parise e Roberto Previte. Un altro gruppo di circa 20 pazienti, intanto, ha fatto un nuovo ricorso. Ma nelle loro condizioni si troverebbero in centinaia. Il motivo delle doglianze è sempre lo stesso. L’Asp «impone il passaggio dei pazienti dal privato al pubblico, pur nella consapevolezza che il pubblico non può garantire l’intervento delle figure professionali riconosciute come necessarie per la cura degli odierni ricorrenti».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA