Assistenza domiciliare
2 minuti per la letturaL’Asp di Crotone autorizza l’assistenza domiciliare ad alcuni dei malati cronici esclusi subito dopo il ricorso al Tar
CROTONE – C’è voluto il ricorso al Tar della Calabria per indurre al dietrofront l’Asp di Crotone, che sta finalmente rinnovando l’assistenza domiciliare ad alcuni dei pazienti con gravi patologie senili, affetti da malattie croniche e assolutamente non autosufficienti costretti a rivolgersi ai giudici amministrativi per chiedere il rispetto del diritto alla salute. Il 24 ottobre è stato depositato il ricorso presentato da una ventina di pazienti, esclusi dalle cure dopo che l’Azienda ha intimato alle strutture private accreditate col Servizio sanitario regionale di non accettare nuove prese in carico e di non erogare prestazioni in proroga al superamento del budget assegnato.
Il 6 novembre sei di loro sono stati autorizzati alla continuità delle cure. Parliamo di pazienti con deficit grave di deambulazione, già colpiti da ictus, cardiopatici, allettati con catetere e lesioni con decubito. Ed è grave che abbiano dovuto fare ricorso al Tar per indurre l’Asp a tornare sui suoi passi.
CROTONE, LA VERTENZA ALL’ASP SULL’ASSISTENZA DOMICILIARE
L’udienza per la sospensiva è fissata per il 27 novembre, anche se per alcuni sta già venendo meno la causa del contendere. Ma quei venti ricorrenti sono la punta dell’iceberg. Sono centinaia le famiglie devastate per le drastiche riduzioni di un servizio fondamentale, su cui i tagli pesano dalla scorsa estate. È soltanto una piccola parte gli utenti che ha firmato il ricorso al Tar. Perché gli operatori socio-sanitari possano assicurare l’igiene personale agli allettati, perché i fisioterapisti possano occuparsi della loro riabilitazione, perché gli infermieri continuino a praticare infusioni venose e prelievi ematici.
Nel ricorso predisposto dagli avvocati Claudia Parise e Roberto Previte, come già riferito dal Quotidiano, si fa riferimento anche a una nota del responsabile del Pua (punto unico d’accesso) dell’Asp, il back office dell’Adi. «Per quanto concerne Oss e fisioterapista l’Adi pubblica non fornisce, allo stato, tali figure professionali», è la risposta a una paziente esclusa dal rinnovo delle prestazioni. L’Adi pubblica a Crotone, infatti, eroga (ma spesso non riesce neanche in questo) soltanto prestazioni di primo livello e non di secondo e terzo non disponendo delle figure professionali (operatori socio-sanitari e fisioterapisti) previste per i livelli superiori.
NIENTE FONDI PNRR
Al di là della vertenza approdata al vaglio della giustizia amministrativa, diversamente da quanto avviene in altre Asp calabresi, i fondi del Pnrr non sono utilizzati a Crotone per l’Adi. Eppure, lamentano le strutture accreditate, la finalità dell’investimento è quella del potenziamento e incremento del volume delle prestazioni di assistenza domiciliare oggi che la casa come luogo di cura è la nuova frontiera. Stando alle testimonianze raccolte dal Quotidiano, i tagli hanno comportato disagi gravi alle persone più fragili.
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