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Il taglio del nastro della Cot di Crotone

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Un modello innovativo sviluppato dalla Regione per potenziare la sanità: inaugurata la prima centrale operativa territoriale a Crotone


CROTONE – Inaugurata ieri mattina a Crotone via delle Nazioni Unite nel quartiere Tufolo la prima Centrale operativa territoriale (Cot) regionale. Un modello organizzativo innovativo sviluppato dalla Regione che mira a potenziare e velocizzare l’accessibilità ai servizi sanitari nel territorio, realizzare un modello assistenziale più rispondente attento alle esigenze dei cittadini – pazienti. In termini di assistenza sanitaria, come spiegato dopo il taglio del nastro della struttura, l’incidenza maggiore nell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, sarà nella presa in carica dei pazienti. La Cot crotonese ha previsto un impegno finanziario di 240.000 euro, provenienti dai fondi Pnrr. Con una compartecipazione dell’Asp pitagorica di circa 70.000 euro. E, nelle intenzioni di Regione ed Asp, coordinerà al meglio «l’assistenza alle persone e nel collegare i vari servizi e professionisti, individuando il percorso di assistenza più adeguato al paziente e riducendo i tempi di attesa».

Il commissario straordinario dell’Asp di Crotone Antonio Brambilla ha sottolineato che «inauguriamo la Cot di Crotone che ha la funzione di raccordo tra il livello ospedaliero e i servizi territoriali. Iniziamo dalle dimissioni protette, quindi favoriamo la presa in carica in modo continuativo dei soggetti fragili che, dopo la valutazione che precede le dimissioni dall’ospedale, saranno trasferiti in strutture riabilitative. Stiamo lavorando anche per strutturare il percorso verso il domicilio dei pazienti, in modo che si concretizzi la continuità ospedale-territorio. Partire per primi in Calabria – ha aggiunto – significa anche testare il servizio dietro al quale ci sono tanti documenti e strumenti informatici. E poter offrire quindi alla Regione ed alle altre Asp la valutazione delle criticità che si possono riscontrare in questo percorso articolato e innovativo».

Il primato della struttura della Cot non è solo nell’essere la prima a nascere. Ma anche nell’essere l’intervento finora, più rilevante della Regione in campo sanitario con i fondi del Pnrr. Questo aspetto è stato sottolineato dalla consulente per il Pnrr in tema di edilizia sanitaria del presidente della Regione Roberto Occhiuto, Licia Petropulacos. Per quest’ultima l’inaugurazione a Crotone «è particolarmente rilevante» perché «è la prima realizzazione concreta del Pnrr che vediamo rispetto alle realizzazioni edilizie. Perché altre cose sono state fatte ma sono meno apprezzabili fisicamente e nei tempi. Le Cot stanno tutte cominciando ad aprire e si tratta di realizzazioni impegnative dal punto di vista dell’organizzazione. Ma che mirano sostanzialmente a fare in modo che il paziente fragile e la sua famiglia non cadano nei buchi che nei passaggi fra il domicilio e l’ospedale che vengono spesso a crearsi».

Sollecitata sulle case di comunità, poi, la consulente ha detto: «per adesso le tempistiche vengono rispettate. Devono finire nel 2026 ed evidentemente c’è ancora del tempo davanti e la Regione monitora mensilmente la situazione. Approvate anche le progettazioni esecutive e per cui adesso si passa alla realizzazione. La Regione a suo tempo ha fatto la scelta perlopiù, tranne due casi, di ristrutturare come è stato anche per questa Cot a Crotone. E chiaramente questo rende le tempistiche meno rilevanti perché evidentemente costruire ex novo è sempre molto più impegnativo».

Erano presenti all’inaugurazione il direttore medico di presidio, Lucio Cosentino, il direttore del distretto unico Pietro Brisinda. L’assessore ai Servizi sociali del Comune Filly Pollinzi, il vicepresidente della Provincia Fabio Manica. E lo staff della, il team responsabile del Pnrr ed altre figure della direzione generale e sanitaria dell’Asp.

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