La piscina olimpionica di Crotone
4 minuti per la letturaCROTONE – «Il danno erariale contestato da questa Procura agli esponenti politici Pugliese, Frisenda e De Luca – correlato all’illegittimo affidamento verificatosi nel periodo dicembre 2018 /agosto 2019 – alla luce di una più approfondita istruttoria e dei documenti prodotti dalle parti è risultato conseguenza di eventi non imputabili alle condotte degli esponenti politici».
Con questa motivazione la Corte dei Conti ha archiviato, nei confronti dell’ex sindaco Ugo Pugliese e degli ex assessori Salvatore De Luca e Salvatore Frisenda, il procedimento per danno erariale che era stato avviato dalla Procura regionale in relazione al rinnovo tacito, da parte del Comune di Crotone, del contratto per la gestione della piscina olimpionica.
Escluse le responsabilità della parte politica, ma anche quella dell’ex dirigente dell’area tecnica del Comune Giuseppe Germinara, la cui posizione è stata anch’essa archiviata, la Procura ha citato a giudizio, all’udienza del 13 settembre prossimo, soltanto Emilio Ape, ex presidente del consorzio sportivo Daippo e funzionario comunale, e Gianfranco De Martino, ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune.
Gli accertamenti erano stati innescati da un articolo del Quotidiano del Sud incentrato su ipotesi di responsabilità amministrativo-contabile, come emerge dall’atto di citazione. I sei sono peraltro imputati (insieme a Daniele Paonessa, ex delegato provinciale del Coni) nel processo penale su presunte irregolarità nella gestione dell’impianto, processo scaturito dall’indagine, iniziata nel 2018 dalla Digos della Questura, che ha ricostruito l’iter procedimentale per l’affidamento al consorzio Daippo tramite trattative, secondo l’accusa, clandestine, volte a pianificare il riaffidamento diretto nonostante nella precedente gestione quinquennale fosse maturata la morosità di oltre un milione e 200mila euro.
La decisione della CdC, che con ogni probabilità sarà prodotta dalle difese nel processo penale, scompagina, sia pure in parte, la tesi della Procura crotonese e potrebbe avere degli effetti nel giudizio pendente innanzi al Tribunale. In accoglimento degli argomenti sollevati dall’avvocato Vincenzo Cizza, che ha ottenuto un supplemento d’indagine che ha poi prodotto l’archiviazione, i giudici contabili, infatti, hanno stabilito che la contestata responsabilità erariale dell’ex sindaco e degli ex assessori «deriva, in ragione della mera natura politica del ruolo da essi rivestito, principalmente dall’aver presieduto la riunione di Giunta del 6 dicembre 2018 con cui si è proceduto dopo circa 5 anni di affidamento sine titulo della gestione della piscina a disporre nuovamente l’affidamento diretto del servizio per un periodo di 6 mesi».
I tre però «hanno fornito prova di aver valutato la sussistenza di alcuni interessi di natura generale nell’assunzione delle determinazioni di Giunta». Nella loro qualità rispettivamente di sindaco, di assessore allo Sport e di assessore all’Impiantistica sportiva «hanno tenuto conto dei rischi e delle conseguenze negative» derivanti dall«’interruzione di un servizio di rilevante interesse per la comunità», in particolare producendo diverse missive che attestavano l’interesse di associazioni sportive e della società civile al mantenimento dell’apertura della piscina comunale.
Conseguenze negative derivanti anche dall’«esposizione della struttura a danneggiamenti, in quanto l’impianto natatorio se inutilizzato rischiava di essere oggetto di vandalismo e deterioramento (per come poi peraltro avvenuto nei successivi anni 2019 – 2021 in cui la piscina è rimasta chiusa al pubblico e per come attestato dalle determine dirigenziali n. 1763, n. 1935, n. 1937 del settembre 2019 – prodotte dal dirigente Germinara – comprovanti i costi sostenuti dal Comune per derattizzazione, pulizia e custodia della piscina comunale e pulizia straordinaria delle acque)». Sindaco e assessori hanno inteso quindi «tutelare gli interessi patrimoniali del Comune ribadendo la necessità di “rimuovere eventuali situazioni di morosità” e quella di assicurare “una funzionale gestione degli impianti e strutture in proprietà”».
Ecco perché il danno erariale contestato agli esponenti politici, correlato all’illegittimo affidamento tra dicembre 2018 e agosto 2019, «alla luce di una più approfondita istruttoria e dei documenti prodotti dalle parti è risultato conseguenza di eventi non imputabili alle condotte degli esponenti politici». Là dove infatti, «per come stabilito nella delibera del 6 dicembre 2018, i contratti relativi alle utenze fossero stati effettivamente e tempestivamente volturati e la fideiussione fosse stata prestata da primario istituto assicurativo o bancario, alcun danno vi sarebbe stato per il Comune».
Quanto all’ex dirigente Germinara, è emerso che «non fosse all’inizio del proprio mandato pienamente consapevole della circostanza che il Comune pagasse le utenze in favore del consorzio Daippo». Il Comune, infatti, procedeva con una liquidazione unica al pagamento di più fatture relative a varie strutture di proprietà comunale e soltanto tra marzo e aprile 2018 il dirigente Germinara si rese conto che l’importo indicato nelle fatture relative all’energia elettrica era relativo all’impianto natatorio comunale. Inoltre, è «provato che a decorrere dall’aprile 2018 e sino ad ottobre 2018 gli uffici tecnici comunali hanno proceduto all’esatta quantificazione delle fatture di energia elettrica e gas pagate dal Comune e relative alla piscina comunale; operazione che non fu immediata a causa del cambio di gestori delle utenze».
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