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Cocaina

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Nonostante fosse ai domiciliari, il 32enne è stato trovato in possesso di oltre un chilo di cocaina, la teneva nel garage di un’abitazione.


ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Nell’abitazione in cui, dal marzo scorso, si trovava agli arresti domiciliari per reati in materia di stupefacenti, il trentenne Raffaele Gualtieri custodiva le chiavi che aprivano il garage adiacente: là dentro gli esperti agenti della Squadra Mobile della Questura di Crotone hanno trovato 1,2 chili di cocaina suddivisi in un panetto e lo hanno arrestato. Poco prima, nel corso di una perquisizione, nella stanza da letto gli investigatori avevano rinvenuto 1465 euro in contanti più una busta in plastica con all’interno centinaia di ritagli presumibilmente utilizzati per confezionare dosi. 
La finestra della stanza da letto dà sul ballatoio attraverso cui, passando da un’altra finestra, si accede al garage, che era un vero e proprio deposito di droga.

AI DOMICILIARI MA UN DEPOSITO DI COCAINA IN CASA

 Oltre alla cocaina, c’erano 100 grammi circa di sostanza da taglio, un bilancino elettronico perfettamente funzionante ed una scatola con all’interno circa 100 dosi singole già confezionate e pronte per essere vendute al dettaglio.
L’intervento della polizia si inquadra nell’ambito di mirati servizi, predisposti dal questore di Crotone, Marco Giambra, e finalizzati alla repressione del fenomeno dello spaccio di stupefacenti anche in provincia.
La gip del Tribunale di Crotone Chiara Daminelli ha convalidato l’arresto eseguito in flagranza e ha applicato per Gualtieri la misura della custodia cautelare in carcere, considerati anche i precedenti e il fatto che la misura a cui era sottoposto non ha avuto effetto deterrente. «Marcata recidiva specifica», scrive la giudice nel provvedimento restrittivo.
A marzo, infatti, Gualtieri era stato trovato in possesso di mezzo chilo di cocaina e due chili e mezzo di marijuana. Lo incastra, tra l’altro, quella chiave appesa a una parete. La chiave che consentiva di aprire il garage.
L’indagato è difeso dall’avvocato Luigi Villirilli

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