Le bare delle vittime della strage di Cutro
3 minuti per la letturaCUTRO (CROTONE) – L’Italia ha violato l’obbligo di soccorso? Sarà l’inchiesta avviata dalla Procura di Crotone, che viaggia verso la conclusione, a stabilirlo. Ma la domanda nasce spontanea dopo la rivelazione di Euractiv, che ha visionato un rapporto di Frontex da cui si ricava che le autorità italiane nella sala di monitoraggio di Varsavia valutarono come «non di particolare interesse» l’avvistamento del barcone di migranti affondato il 26 febbraio scorso a Steccato di Cutro, dove sono morte almeno 94 persone.
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Una valutazione che fa il paio con quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni sei giorni dopo la tragedia. «Nessuna comunicazione di emergenza è arrivata alle nostre autorità da Frontex. Non siamo stati avvertiti che questa barca rischiava di affondare». Dal rapporto di Frontex di cui parla Euractiv si ricava che le autorità italiane presenti nella sede di Varsavia hanno indicato all’agenzia Ue, al momento dell’avvistamento, che il caso non era un’emergenza. In particolare, un addetto della Guardia di finanza e uno della Guardia costiera si trovavano nella sede di Frontex a Varsavia all’interno della Sala di monitoraggio europeo quando l’imbarcazione è stata intercettata. I due ufficiali italiani italiani svolgevano la funzione di collegamento rispettivamente con il Centro di coordinamento internazionale (ICC) di Roma e con il Centro italiano di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC). Tuttavia, «nessuno dei due ha comunicato al team leader della Sala di monitoraggio europea che il caso era di particolare interesse», spiega il rapporto.
Le procedure di Frontex prevedono che, quando un’imbarcazione viene intercettata in acque internazionali, l’intercettatore comunichi a tutte le autorità competenti – di solito gli Stati più vicini alla zona di intercettazione – le caratteristiche dell’imbarcazione avvistata. Poi, l’autorità nazionale competente, in coordinamento con le altre, decide come classificare il caso e quale tipo di operazione effettuare. La comunicazione di un avvistamento sospetto, in particolare, viene fatta alle 23:02, anche se l’avvistamento è delle 21:26. Il Frontex Situation Center di Varsavia gira la segnalazione dell’aereo Eagle 1 all’ICC di Pratica di Mare e al MRCC oltre che al NCC Italy, il Centro di coordinamento presso il Viminale. Nell’e-mail, oltre a rendere noto l’avvistamento delle 21:26, si precisano la posizione, con le relative coordinate, la rotta seguita di 296° e la velocità di 6 nodi, Frontex comunica anche altre informazioni: una sola persona sul ponte e altre possibili presenze sotto il ponte; giubbotti di salvataggio non visibili; buona galleggiabilità; nessuna persona in acqua; stato del mare 4; portelli aperti a prua; significativa risposta termica ai boccaporti; il rilevamento di una telefonata satellitare dalla Turchia.
Il resto è cronaca. Le Fiamme gialle intervengono con una motovedetta e con un pattugliatore ma poi rientrano per le cattive condizioni meteorologiche e la Guardia costiera, preposta ai soccorsi e dotata di mezzi inaffondabili, esce soltanto a naufragio avvenuto. Sullo sfondo di quanto successo a Cutro, questioni ancora aperte e rimpalli di responsabilità tra Frontex e il governo dell’Italia. L’agenzia Ue ha sempre sostenuto di aver assolto al compito di segnalazione alle autorità italiane e che la decisione se fare intervenire la Guardia di Finanza o istituire un’operazione Sar spettava a loro, tanto più che le immagini condivise con il Centro di coordinamento mostravano un’imbarcazione che in quel momento non era in pericolo ma che «sollevava interrogativi». Sarebbero bastati un po’ di senso logico e un briciolo di esperienza per ipotizzare che, se da 30 anni gli scafisti battono quella rotta e sul ponte c’è una sola persona e nella stiva si ravvisa una consistente risposta termica, quel caicco poteva trasportare, appunto, migranti. Un errore di valutazione, dunque.
Intanto, l’Ufficio per i diritti fondamentali di Frontex ha chiesto alle autorità dell’Italia i dettagli delle misure adottate dopo l’avvistamento di Cutro, senza ricevere alcuna risposta, spiega il rapporto. Quindi, ha raccomandato all’agenzia di «rivedere il modello di rapporto di avvistamento con sezioni specifiche per garantire la compilazione standardizzata da parte dei diversi capi squadra e la completezza delle informazioni per un Sar efficace». L’ufficio di Frontex afferma anche che situazioni di quel tipo «possono degenerare rapidamente in emergenza» e quindi ci sarebbe dovuto essere «un attento monitoraggio» dell’imbarcazione. Forse, il caso Cutro docet.
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