Francesco Leotta
3 minuti per la letturaRinvenuta a un chilometro dal luogo dell’incidente l’auto dell’operaio deceduto a Strongoli forse per l’eccessivo caldo e la morte si tinge di giallo
STRONGOLI – Si infittisce il mistero sulla morte sul lavoro dell’operaio 49enne Francesco Leotta, probabilmente avvenuta in orari non consentiti. La sua auto Fiat “Punto” di colore blu era parcheggiata in piazza Vinci, a quasi un chilometro di distanza dal luogo dell’incidente, in via Catena. A quanto pare con le chiavi inserite e un marsupio contenente portafogli e patente. Un elemento balzato all’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Cirò Marina, che stanno facendo accertamenti sul decesso materializzatosi nella tarda mattinata di mercoledì scorso, presumibilmente dopo le 12,30, il termine a partire dal quale, fino alle 16, è vietata da un’ordinanza del governatore Roberto Occhiuto l’attività all’aperto nei cantieri edili nei giorni ad alto rischio.
LEGGI ANCHE: Operaio sfiancato dal caldo precipita nel cantiere e muore
E mercoledì scorso la mappa segnava rischio alto, in provincia di Crotone, con attività fisica intensa. L’allarme è scattato intorno alle 13,30. Secondo alcune testimonianze, Leotta, intorno a mezzogiorno, viaggiava con la sua auto procedendo da Strongoli Marina verso Strongoli Superiore. Perché, dunque, l’auto era in piazza? L’ha forse spostata qualcuno dopo che Leotta era precipitato dal secondo piano ed era già riverso a terra? Oppure Leotta ha parcheggiato in piazza e ha raggiunto il luogo di lavoro insieme a un’altra persona. Facendosi un lungo tratto a piedi col caldo torrido che imperversava? O, ancora, qualcuno ha spostato l’auto mentre Leotta era ancora in vita?
Interrogativi ai quali dovranno rispondere i militari coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pasquale Festa, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Fino a ieri non c’erano iscrizioni nel registro degli indagati in relazione all’episodio qualificato come morte sul lavoro dagli inquirenti, ma i carabinieri e gli ispettori dello Spisal dell’Asp di Crotone hanno sentito alcune persone per appurare eventuali responsabilità e hanno individuato committente e datore di lavoro. Il pm non ha disposto l’autopsia, dopo che il medico legale Massimiliano Cardamone ha stabilito, nel corso di un’ispezione esterna, che la causa del decesso è la frantumazione del cranio, e i funerali si sono già svolti.
Senza ringhiere è facile cadere da un balcone o da una scala mentre si trasportano calcinacci, da un piano all’altro, sotto il sole rovente. Pare che questo stesse facendo Leotta, in quel fabbricato rustico, sfornito di qualsiasi dispositivo di protezione. Chissà se è stato colto da un malore per l’afa, magari dopo essere stato esposto a temperature elevate, prima di precipitare dal secondo piano da un’altezza di nove metri. La sera precedente un vasto incendio aveva infiammato l’aria nella zona. Era stato un martedì di fuoco in tutta la Calabria, anche nel Crotonese, anche a Strongoli, ma il giorno dopo si lavorava all’aperto, forse anche negli orari non consentiti.
Leotta è morto sul colpo, dopo aver battuto al suolo con la testa, e l’intervento dell’elisoccorso di Catanzaro è stato inutile, anche se è giunto prima dell’ambulanza del 118 di Crotone. Tanti, dunque, gli interrogativi che restano in piedi. Forse, quello non era un cantiere abusivo. Non c’era un’impalcatura, non c’era alcuna segnaletica, e la vittima era sprovvista di casco. Chi è stato sul posto ha notato un cancelletto in legno sfondato e un berretto con la visiera, un cellulare e un paio d’occhiali intatti su un ballatoio. I macabri reperti sono stati restituiti ai genitori Maria e Pasquale, con i quali la vittima conviveva.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA