Taisiia Marseniyk
3 minuti per la letturaCROTONE – «Ti uccido il fidanzato». La voce circola con insistenza nella comunità ucraina e sarebbe stata veicolata da una fonte autorevole. «Ti uccido il fidanzato». Così avrebbe detto alla teste oculare di quello che potrebbe essere stato un investimento volontario – ma è un’ipotesi tutta da verificare – il diciottenne Giuseppe Pio De Fazio, finito in carcere per omicidio stradale dopo aver travolto e ucciso con un’auto Fiat “Doblò”, pur essendo sfornito di patente, la piccola Taisiia Marseniyk, la bimba ucraina di cinque anni che era giunta da pochi giorni a Crotone insieme alla madre e ha trovato la morte sulla strada provinciale “22”, un’arteria che taglia la contrada Cantorato, la sera di sabato scorso bagnata dalla pioggia (LEGGI).
La bimba veniva portata in spalla da un sedicenne crotonese, ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Giovanni di Dio per le lesioni riportate nell’urto. Era il fidanzatino della cuginetta della vittima, la 17enne ucraina che ai carabinieri, intervenuti quella tragica sera, ha detto di aver riconosciuto in De Fazio il conducente del veicolo che prima viaggiava in senso opposto e, dopo una retromarcia, si è diretto a velocità sostenuto contro il trio che camminava in fila indiana sul ciglio della strada.
«Ti uccido il fidanzato», avrebbe detto l’indagato durante un alterco col ragazzo ferito, un alterco a quanto pare dovuto al fatto che entrambi volevano frequentare la cuginetta di Taisiia. Una voce che probabilmente è finita al vaglio del pm Alessandro Rho, che non lo dirà mai, in questa fase dell’inchiesta, se sia possibile un cambio di imputazione, da omicidio stradale aggravato a omicidio volontario o tentato omicidio.
La cosa certa è che lui non dorme da almeno due notti, poiché si sta dedicando anima e corpo all’inchiesta sulla morte della piccola profuga, che, scappata dalle bombe di Ternopil, ha terminato la sua breve esistenza tra ciuffi d’erba bagnati dalla pioggia alla periferia nord di Crotone. La cosa certa è che si indaga. Si indaga a ritmo serrato su una vicenda che presenta ancora «zone d’ombra», come ha scritto il gip Michele Ciociola nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del giovane che, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Mario Siniscalco, ha affermato che lui non ha visto i tre pedoni, due dei quali investiti, perché era buio, e che era diretto altrove e non voleva certo dirigersi contro di loro. Il gip ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale.
Decisiva potrebbe essere la perizia sui telefonini, il suo e quello del padre Francesco, imprenditore edile 44enne, che in un primo tempo s’era addossato la responsabilità dell’accaduto, affermando di essere lui alla guida, tanto che è stato denunciato per omicidio stradale in concorso. Suo padre ha poi cambiato versione, asserendo di trovarsi al lato del passeggero mentre il figlio era al volante, pur essendo munito soltanto di foglio rosa, a quell’ora serale. Ma ha dovuto cambiare versione un’altra volta, ovvero ammettere che il figlio era da solo alla guida, come riferito agli investigatori dalla madre del ragazzo informata peraltro dal marito. L’incarico per esaminare il contenuto dei tabulati è stato già conferito a un consulente tecnico.
Intanto, l’autopsia eseguita dal medico legale Isabella Aquila sul corpicino della vittima ha chiarito che la piccola è morta per traumi al collo e al capo e che ha riportato una frattura cranica e una lesione alla colonna vertebrale. È presumibile che fatale sia stato l’impatto col mezzo che procedeva a velocità sostenuta, ma anche la proiezione al suolo è stata esiziale.
I funerali si terranno oggi, alle 10.30, al Duomo di Crotone. Li celebrerà l’arcivescovo Angelo Panzetta. Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha proclamato il lutto cittadino.
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