Due degli indagati ripresi dalle videocamere della Guardia di Finanza
2 minuti per la letturaCROTONE – La Guardia di Finanza di Crotone ha tratto in arresto 5 persone, destinatarie di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo, Nicola Gratteri e coordinata dai Sostituti Procuratori, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio – con l’accusa di usura, anche aggravata dalle modalità mafiose, estorsione e abusivismo finanziario.
Destinatari delle misure restrittive, al termine dell’operazione denominata Turos, sono: Giuseppe Turrà, di anni 51 anni, imprenditore agricolo di Cutro; Domenico Grande, di 42 anni, commerciante al dettaglio; entrambi sottoposti alla custodia cautelare in carcere; Salvatore Lorenzano di 43 anni, lavoratore dipendente presso cantieri edili; Antonio Franco, di 45 anni, di Isola Capo Rizzuto, lavoratore dipendente presso una cooperativa di pesca e Antonio Grande, di 67 anni, piccolo imprenditore agricolo, padre di Domenico, sottoposti agli arresti domiciliari.
In più i finanzieri di Crotone hanno sottoposto a sequestro, nell’ottica di una successiva confisca per sproporzione, un appartamento, un’imbarcazione e depositi bancari per un valore di oltre 130 mila euro, riconducibili, anche attraverso l’interposizione del proprio nucleo familiare, all’arrestato cutrese di 51 anni.
Le indagini, eseguite anche mediante captazioni telefoniche, video ed ambientali, hanno consentito di far luce su una diffusa pratica di concessione “abusiva” di prestiti di denaro, esistente, quantomeno dal 2012, nel territorio compreso tra i Comuni di Cutro (Crotone), Botricello (Catanzaro), Belcastro (Catanzaro) e Isola di Capo Rizzuto (Crotone). Tale attività illecita ha potuto proliferare e, approfittando delle difficoltà del contesto economico del territorio, mutarsi in pratica usuraia.
VIDEO – LE INTERCETTAZIONI DEGLI INDAGATI
Gli indagati, come ricostruito dalla Fiamme Gialle, interagivano con i propri debitori attraverso l’utilizzo di termini criptici e codificati, ed hanno concesso prestiti usurai per oltre 100.000 euro a 5 piccoli imprenditori locali (operanti nel settore edile e nel commercio al dettaglio) in stato di difficoltà economica, applicando un tasso d’interesse annuo variabile tra il 30 e il 120 % ed ottenendo, anche attraverso minacce e pressioni psicologiche, vantaggi economici per oltre 75 mila euro (ad esempio a fronte di un prestito di euro 5.000 euro, erogato nel 2013, sono stati corrisposti, nell’arco di 5 anni, interessi per euro 30.000 euro).
In uno dei casi di usura accertati, in cui risulta anche coinvolto il soggetto crotonese di 42 anni per l’erogazione (fatti avvenuti negli anni 2012/2014 e relativi ad un prestito di 70.000 euro a favore di un imprenditore edile di Cutro) i finanzieri crotonesi hanno accertato che l’usurario, per ottenere la restituzione del capitale e degli interessi, si è avvalso della collaborazione di soggetti intranei alla cosca Grande Aracri.
Oltre ai suddetti casi di usura, le attività investigative hanno permesso di delineare 4 episodi di concessione di prestiti non usurari, per un ammontare complessivo di circa 50.000 euro, da parte del soggetto cutrese di anni 51, il quale, per non ricadere sotto la lente d’ingrandimento dell’antiriciclaggio, raccomandava ai propri debitori di utilizzare, nei bonifici bancari, causali in linea con l’attività economica svolta.
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