La droga sequestrata
2 minuti per la letturaCROTONE – Il fiuto prezioso del cane antidroga Val ha guidato i finanzieri del Gruppo del Comando provinciale di Crotone, anche se in un centro di spedizione della città pitagorica l’odore che emanava quel pacco già collocato sul nastro poteva essere avvertito da chiunque. Per questo i militari hanno pensato di ritardare il sequestro nel corso di un’operazione al termine della quale hanno arrestato un 43enne, R. G., di Casabona, e il padre della sua convivente, il 58enne G. B., nato in Sicilia, con l’accusa di produzione, coltivazione e detenzione di droga ai fini di spaccio. La marijuana poi sequestrata pesava ben 40 chili.
L’arresto scaturisce appunto da quel controllo sul pacco che emanava un forte e riconoscibile odore. Di marijuana. I finanzieri hanno verificato che il destinatario, il giovane di Casabona, ha precedenti per reati in materia di stupefacenti e che il pacco pesava ben cinque chili, un investimento significativo per uno che peraltro è risultato non produrre reddito.
Aperto il plico, i finanzieri hanno analizzato campioni risultati essere canabis indica. Una volta accertata la presenza della droga, su autorizzazione del sostituto procuratore di Crotone Pasquale Festa, hanno deciso di ritardare il sequestro della marijuana e atteso, monitorandola, che la consegna avvenisse.
La destinazione finale era un’abitazione di Casabona. Soltanto a quel punto le Fiamme Gialle si sono presentate a casa degli indagati: subito investiti da quell’odore riconoscibilissimo, hanno avviato le operazioni perquisendo la casa e scoprendo un vero e proprio laboratorio di lavorazione della marijuana. In casa ce n’erano 40 chili. A mettere in piedi il rudimentale impianto sarebbero stati il destinatario del pacco e il complice con il quale conviveva. In un ripostiglio era la droga già essiccata, confezionata e pronta per la vendita, mentre nel garage è stato rinvenuto un impianto per l’essiccazione delle piante, di cui alcune poste all’interno di cassette e costantemente areate con due ventilatori.
Proprio i ventilatori contribuivano a far sentire intensamente l’odore di “erba” in quella casa in cui il destinatario del pacco vive con la compagna, una bimba di tre anni e il padre della donna – tutti presenti al momento dell’irruzione dei militari – il quale candidamente avrebbe ammesso la sua corresponsabilità nella detenzione.
Le Fiamme gialle hanno sequestrato la droga e il materiale per il confezionamento e l’essiccazione, arrestando i due uomini in flagranza di reato. La droga sul mercato avrebbe potuto fruttare, secondo una stima dei finanzieri, fino a 400mila euro. Gli investigatori non hanno, allo stato, appurato legami con la ‘ndrangheta ma non escludono che le cosche siano interessate ai traffici.
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