Il fabbricato rurale ristrutturato
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Centro di degustazione sarà inaugurato mercoledì in un bene confiscato al boss di Isola Nicola Arena nel ’97
ISOLA CAPO RIZZUTO – Sono dovuti trascorrere 27 anni dalla confisca, ma alla fine quel fabbricato rurale tolto alla cosca Arena si trasformerà in una risorsa per la comunità. Il prossimo 11 dicembre, alle 10:30, sarà inaugurato il “Laboratorio di cucina a Km 0”, un progetto che unisce inclusione sociale, sostenibilità alimentare e valorizzazione del territorio. L’immobile, nella località Cepa, è stato rigenerato grazie ai fondi del Programma operativo nazionale “Legalità”, destinati a favorire il recupero di beni confiscati e il loro riutilizzo per il bene pubblico. La ristrutturazione, finanziata per 570.000 euro, è stata ultimata dall’impresa Domus Costruzioni srl di Crotone, aggiudicataria dell’appalto bandito dalla Sua della Provincia di Crotone.
Il PROGETTO CHE A ISOLA NASCE SUL BENE CONFISCATO AGLI ARENA
Nel 2021 la Giunta comunale guidata dalla sindaca Maria Grazia Vittimberga ha approvato il progetto esecutivo. L’assegnazione dei lavori nell’aprile 2022. L’immobile e i terreni pertinenti, gestiti dal 2013 dalla cooperativa Terre Joniche in collaborazione con Libera, ora si è trasformato in un laboratorio innovativo. E divenendo un centro di degustazione dei prodotti tipici locali, promuoverà la filiera corta e la sostenibilità alimentare. «Sarà un simbolo di rinascita e inclusione sociale, coinvolgendo associazioni, cittadini e turisti in un percorso condiviso di valorizzazione del territorio», afferma la sindaca.
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17 BENI AFFIDATI
Il completamento di questo bene rientra in un progetto molto più ampio che ha visto il riammodernamento e la riassegnazione ad associazioni del Terzo Settore di ben 17 immobili da parte del Comune. Durante l’inaugurazione, saranno proiettate delle slide che illustreranno il percorso di recupero di altri beni confiscati. Inoltre, è prevista una visita guidata all’Oasi canina, nata su un altro terreno confiscato e che sarà messa in funzione a breve, «un ulteriore esempio di gestione virtuosa del patrimonio recuperato», aggiunge la sindaca. «Questa inaugurazione è un forte segnale di impegno e coraggio, che unisce la lotta alla criminalità al sostegno concreto per il bene della collettività», afferma ancora Vittimberga.
LA VICENDA
Il fabbricato si inserisce in complesso rurale di particolare pregio paesaggistico e storico, destinato a divenire un vero e proprio Parco agro-ambientale fruibile da turisti, scolaresche e cittadini comuni. Ce ne eravamo occupati su input di un gruppo di studenti dell’istituto nautico “Ciliberto” di Crotone, impegnati da quattro anni in un laboratorio di cittadinanza attiva. Sotto la lente erano finiti i ritardi per la trasformazione in un bene di utilità sociale di quel casale riconducibile al boss Nicola Arena, morto qualche anno fa. Il capo di una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta, dal febbraio ’70 assunto come custode presso il villaggio con la paga di un milione di ex lire al mese, non poteva legittimamente, secondo gli accertamenti patrimoniali condotti dalla Dda di Catanzaro, possedere ricchezze per svariati milioni di euro, tra cui appunto il casale da ristrutturare.
La confisca dei beni nell’ambito di un vecchio processo che lo ha condannato a 14 anni di reclusione (la sentenza, emessa in primo grado nel ’96, divenne irrevocabile nel ’97). Il motivo della condanna: perché ritenuto a capo di un’associazione mafiosa dedita a estorsioni. Il decreto di trasferimento di questo e altri beni al Comune risale addirittura al 2002.
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