Il cantante neomelodico Daniele De Martino
3 minuti per la letturaCantanti neomelodici protagonisti delle feste patronali nel crotonese; scoppia la polemica e partono gli annullamenti
ROCCA DI NETO – Si prepara per il concerto alla festa patronale nella sua Rocca di Neto, quella in onore della Madonna delle Setteporte, il discusso cantante neomelodico Salvatore Benincasa, forte del successo ottenuto l’altra sera nell’esibizione in tandem con un “collega” ancora più noto, il siciliano Daniele De Martino, al “Transatlantico” di Torretta di Crucoli. Per i cantanti neomelodici le porte sono aperte nel Crotonese. Anzi, sette porte sono aperte. Non sempre è così nel resto della Calabria, e lo ha accennato lo stesso De Martino durante l’acclamata performance di Crucoli. «L’importante è che se ne parli».
Per l’impatto negativo che i testi delle canzoni di De Martino hanno sui giovani, la Questura di Salerno aveva appena annullato il concerto che la sera del 25 aprile era previsto a Teggiano. Alla base della decisione, quei brani che inneggiano alla criminalità organizzata. Ma una settimana prima era stato annullato il concerto che De Martino avrebbe dovuto tenere a Bagnara Calabra. Per motivi di sicurezza la Questura di Cosenza ha annullato anche il concerto di De Martino che avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 30 aprile a Mandatoriccio, in occasione della festa patronale di San Giuseppe Operaio.
L’onda neomelodica però nel Crotonese è inarrestabile e Benincasa, che spesso appare insieme a De Martino nei videoclip, si appresta ad esibirsi nel suo paese. Nel repertorio di Benincasa c’è un “pezzo” come “Figghiolu ‘i ‘ndrangheta”. Il titolo è tutto un programma, e l’incipit è ancora più chiaro: «Sugnu di famigghia malandrina/ fazzu parti ‘i l’omini d’onuri/ tutti mi salutano ‘a matina/ finc’a lu capu di la ‘ndrina». Imputato di reati in materia di armi con l’aggravante mafiosa nel processo a carico della presunta cosca Corigliano-Comito, nelle carte dell’inchiesta sulla cosca dominante nella Valle del Neto (e i cui tentacoli si sarebbero allungati fino a New York), Benincasa, peraltro imparentato con i vertici della ‘ndrina, compare anche in qualità di “cantante”.
In questa veste avrebbe partecipato ai matrimoni del clan, per esempio a quello di una figlia di Domenico Berlingieri, indicato dai pentiti come il guardaspalle del boss di Papanice Domenico Megna, storico alleato della cosca rocchitana, che presenziò all’incontro conviviale, svoltosi sempre al Transatlantico di Crucoli (assolutamente estraneo all’indagine).
Le Questure spesso vietano, però, le esibizioni dei neomelodici perché sembrano strizzare l’occhio a disvalori legati al mondo criminale. E allora i folk singer scelgono messaggi più criptici. Come quello contenuto nel brano, eseguito anche l’altra sera a Crucoli, che Benincasa e De Martino cantano spesso in duo, indossando la coppola.
“Nci fazzu i complimenti a la to mamma, pecchi ti fici bella comu a Madonna, si picciridda comu na castagna, ma si a cchiù bella di tutta a muntagna”. Chissà se si tratta di un velato riferimento alla Madonna della montagna, venerata dalla ‘ndrangheta che si era appropriata di questa festa radunandosi al santuario di Polsi. Tanto più che, secondo la leggenda, il secolare albero di castagno simbolo del santuario di Polsi (piantato dai monaci basiliani e rimosso di recente) costituiva un luogo di riunione della vecchia ‘ndrangheta, alla vigilia della festa della Madonna della montagna.
Un genere che sta trovando terreno fertile anche nel Crotonese, se nella vicina Cirò Marina sono state girate riprese del film “Figli da gente”, trainato dalla hit omonima di Tony Lena. I “figli da gente” sono quelli che “rischiano ‘a vita ppe chesta città, chi ha perso ‘nu pate, chi aspetta nu frate ca sta carcerato e vo turnà ad abbraccià”. C’è pure un inno al Welfare delle mafie che aiutano chi non ce la fa a sbarcare il lunario. “Dann ‘na mano a chi nun riesce a campà”.
Le canzoni che strizzano l’occhio ai clan non sono una novità, nel genere neomelodico, e di stornelli sui carcerati è piena la mala musica anche in Calabria.
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