Filomena Oliverio
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Non si rassegnano i fratelli dei gemelli di Cutro rapiti e venduti. Le ricerche sulle tracce di una professionista
CUTRO – Sulle tracce di una professionista che opera tra la Calabria e Roma. Una che somiglia come una goccia d’acqua a Filomena Oliverio, che a volte viene scambiata per lei. E che – il condizionale è d’obbligo – potrebbe essere una delle sorelle minori di due gemelli di Cutro nati vivi nel 1970 ma spariti nel nulla. Il caso di cui il Quotidiano si è occupato negli anni scorsi non ha avuto sviluppi dal punto di vista giudiziario. La Procura di Crotone non è mai riuscita ad appurare se i due gemelli, 55 anni fa, siano nati vivi o morti. E se, qualora fossero nati vivi, siano stati rapiti o venduti.
IL DUBBIO ATROCE
Ma Filomena Oliverio, che convive da sempre con questo dubbio atroce, è convinta di aver trovato sua sorella. Di averla abbracciata. «Non riesco a darmi pace. Lo devo a mia madre. Voglio andare alla sua tomba e dirle che ho trovato i gemelli di cui ci parlava quando eravamo piccoli», dice al Quotidiano. L’indizio da cui gli Oliverio partono è un biglietto di auguri. Ma è troppo poco. «C’era qualcosa che mi spingeva quando ho bussato alla porta di quella che credevo mia sorella. Lei però dice che non è possibile. Mi ha spiegato perché. Suo padre ha un cognome diverso. Ma ci siamo abbracciate e ci siamo messe a piangere».
L’INCONTRO CON GRATTERI
Sono nove, tra fratelli e sorelle, gli Oliverio. Mentre Filomena Oliverio parla, suo fratello Francesco tira fuori un malloppo di carte, che occupano un intero tavolo dell’appartamento di una palazzina popolare in cui ci accolgono. Certificati, istanze, esposti. E comunicazioni di archiviazione delle indagini. «Sono anni che chiediamo risposte alla giustizia ma non siamo riusciti a ottenere nulla. L’unico che ci ha aperto un po’ di speranza è il procuratore Nicola Gratteri – racconta Francesco Oliverio – Ci ha detto, quando era a Catanzaro, che lui non poteva fare molto perché si occupa di criminalità organizzata, ma che a Crotone ci sono investigatori molto bravi che prenderanno a cuore la nostra storia». Prima di trasferirsi a Napoli, il procuratore Gratteri ha ricevuto Filomena e Francesco Oliverio, che le stanno provando tutte. Il fascicolo è stato riaperto dai carabinieri proprio su input di Gratteri. E i fratelli Oliverio sono stati risentiti. Ma allo stato non si è riaperta formalmente l’inchiesta perché mancano elementi di novità.
LA PISTA MAFIOSA
La pista mafiosa non sarebbe del tutto da escludere. «Nostra madre fu minacciata – raccontano gli Oliverio – Quando chiese informazioni, qualche anno dopo, a una donna che lavorava in ospedale, le hanno detto di non impicciarsi. Perché in una “famiglia” di Crotone sono “tanti”». Il traffico di neonati rapiti al momento della nascita e venduti era una triste realtà, molto diffusa in passato. Ma quella donna è morta, così come la madre dei fratelli Oliverio. E questo rende vulnerabili le indagini. Ma è una storia che esige ancora rispetto e delicatezza, per la sofferenza che una famiglia ha vissuto. La speranza, però, è dura a morire.
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