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CUTRO – Cutro batte i tacchi e si mette sull’at-tenti. Arriva l’Esercito, finalmente, ma è una soluzione tampone. Il commissario straordinario del Comune di Cutro, Domenico Mannino, lo aveva detto chiaramente, nel marzo scorso, che non ritiene sufficiente la proposta illustrata dal generale Giancarlo Gambardella, direttore del Genio Dife, per l’utilizzo alternativo di una cattedrale del deserto costata 20 milioni di euro.
Da oggi, dopo una serie di interventi migliorativi, diventa concretamente operativo l’accordo tra Comune e ministero della Difesa, raggiunto nel corso di una riunione tenutasi nella casa comunale, che consiste nell’utilizzo di due delle nove palazzine mai entrate in funzione per i militari impegnati nell’operazione “Strade sicure”. Una settantina quelli di stanza nel Crotonese che saranno alloggiati a Cutro anziché, come accadeva prima, in alberghi convenzionati.
Una soluzione che farà risparmiare un po’ di soldi al ministero della Difesa, che smetterà di versare somme a privati, e che viene salutata favorevolmente dalla popolazione. Il ristoratore locale Gaetano Muto si è aggiudicato la gara per i pasti dei militari ma, a parte la mensa, qualche altro impatto sull’economia della città degli scacchi le nuove presenze lo avranno, anche se saranno soltanto temporanee. Va ancora trovata, infatti, quella soluzione più complessiva auspicata dal prefetto Mannino.
Una soluzione che non sia in danno per il Comune, che ha speso cinque milioni per infrastrutturare l’area dell’ex caserma, in quanto l’accordo non esaurisce l’investimento di risorse equipollente a quello previsto inizialmente.
L’accordo prevede anche il trasferimento della sede della Stazione dell’Arma in un’altra palazzina del complesso militare, che sarebbe definitivo, a differenza dell’utilizzo di due palazzine per Strade sicure. Ma spostare i carabinieri, che attualmente pagano un fitto a un privato, è più complicato e ancora questo passaggio non è stato perfezionato.
Da oltre dieci anni sono ultimati 96 alloggi finora mai utilizzati, perché il progetto per realizzare una caserma che avrebbe dovuto accogliere un reggimento di fanteria non è mai andato in porto. L’intesa siglata 22 anni fa dal Comune di Cutro e dal ministero della Difesa nasceva su un presupposto venuto meno, essendo ormai il modello di reclutamento cambiato: oggi avviene su base volontaria, e non c’è più l’obbligo di leva.
Finalmente ai citofoni da oggi risponderà qualcuno. La Corte dei Conti ha archiviato un procedimento per presunto danno erariale che era stato avviato dalla Procura regionale che aveva delegato la Guardia di finanza di Crotone a svolgere accertamenti.
Per la prima volta si comincia a contenere uno spreco madornale. E almeno a qualcosa due di quelle nove palazzine oggi servono, dopo tanto tempo in cui una decina di “Rambo” in mimetica si limitavano a vigilare il perimetro della zona militare. È bastato ripulire l’area recintata, perché le erbacce fino a qualche settimana fa erano alte due metri, intonacare le pareti e piazzare qualche condizionatore. Ma ancora molto dev’essere fatto.
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