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La commemorazione sulla spiaggia dove è avvenuta la strage

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CUTRO (CROTONE) – «I sentimenti sono gli stessi di quel giorno, poiché le immagini che abbiamo visto nella strage di Steccato di Cutro sono indelebili dalla memoria ed essersi ritrovati negli stessi luoghi del tragico sbarco ce li ha fatti rivivere nuovamente con uguale intensità». Così il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, sentito a distanza di sei mesi esatti dal tragico sbarco che ha provocato 94 morti e dispersi. La commemorazione a cui fa riferimento è quella fatta dai giornalisti crotonesi Bruno Palermo e Vincenzo Montalcini sulla spiaggia di Steccato.

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Il primo cittadino sottolinea come «la città di Cutro era già propensa all’accoglienza, anche perché la nostra storia è fatta anche di emigrazione e sappiamo che sacrifici hanno fatto i nostri concittadini. Se queste persone mettono sui barconi i propri figli, i propri sentimenti, la propria famiglia e partono sapendo che c’è anche la possibilità di non arrivare, vuol dire che dove sono non possono neanche vivere e quindi queste persone vanno accolte». Ceraso, poi, sottolinea come questo dei migranti è un problema che non va visto sotto l’ottica della politica. «Sono questioni concrete e come tali vanno affrontate. Fornire accoglienza non può essere solo dare una coperta o un pezzo di pane. Noi siamo già oltre, Siamo agli scambi culturali, e per questo recentemente mi sono recato in Marocco».

Ed a proposito di integrazione, Ceraso ha evidenziato come abbia «voluto dare un segnale concreto con la creazione di una sezione del cimitero islamico, che accoglie 8 dei migranti morti nella strage di Steccato di Cutro di cui 5 senza nome. E questa sezione non l’abbiamo creata in un’area non periferica, ma proprio di fronte alle cappelle gentilizie e sarà a disposizione se mai ce ne sarà ancora bisogno. Questo all’insegna della fratellanza».

Il sindaco di Cutro, poi, rimarca un altro concetto per lui essenziale: «Questo è un problema che l’Italia non può affrontare da sola, ma ci deve essere un’azione unitaria da parte dell’Europa». A suo parere, le iniziative di commemorazione, come quelle tenute ieri mattina e ieri sera, servono «per non dimenticare. Su questa vicenda non si devono abbassare i riflettori dell’attenzione, se, invece, la strage di Cutro finisse nel dimenticatoio sarebbe come una nuova morte per i migranti». Per il sindaco Ceraso, invece, ripensare al dolore di «quelle madri che hanno perso in mare i propri figli, quegli uomini e donne che hanno visto morire madri, padri e sorelle, deve aiutarci a far riflettere maggiormente sul tema. Ci deve aiutare ad essere più accoglienti e tolleranti».

Con malcelato orgoglio, il primo cittadino cutrese ha ribadito che «nonostante tutte le difficoltà vissute in quei momenti, la nostra comunità è riuscita a tenere alta la bandiera dell’accoglienza, nonostante la vulgata che accosta la città solo alla ‘ndrangheta. Cutro, invece, è fatta di persone operose, professionisti, artisti e che lavorano, e che mi onoro di amministrare». Per il sindaco Ceraso, a sei mesi dalla tragedia «l’importante è non dimenticare. Perché sei mesi fa è toccato a Cutro ma accadere a chiunque, come è stato dimostrato. Io mi auguro che ciò che è accaduto abbia dato lo stimolo per un cambiamento. Qualche passo in avanti è stato fatto – ha continuato – ma per cercare di risolvere il problema deve essere affrontato con soluzioni unitarie. E, soprattutto, non dimenticare». Ed intanto a Crotone ieri sera è stato annunciato un altro sbarco.

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